EARTH & SOCIAL

MA LA BIRMANIA?


Ricordate la marcia pacifica e silenziosa dei Monaci Buddhisti che tra settembre e ottobre dell'anno scorso ha tanto influenzato e toccato l'opinione pubblica? In quei giorni, migliaia di monaci e civili, scesi in piazza per chiedere democrazia, vennero arrestati, torturati e uccisi dalla giunta militare (dittatoriale) al potere in Birmania, o se preferite nel Myanmar. Migliaia di vite vennero spezzate dalla sete di potere di una dittatura cieca e ottusa, priva di cuore e oscurantista. Il mondo, sia quello "reale", sia quello "virtuale" dei bloggers era insorto, tutti eravamo "vicini" a quella gente, che marciava tenendosi per mano e che con lo sguardo fiero schivava le pallottole dei militari. Ci vestivamo di rosso, come i monaci. Le notizie, seppur scappando da una perversa censura arrivavano, come arrivavano i filmati e le fotografie, spesso agghiaccianti, della sanguinosa repressione di quei giorni, la seconda nella storia recente di quel martoriato Paese. I giornalisti poi, facevano a gara per avere un visto "turistico" che permettesse loro di entrare in Birmania per commentare i fatti, gli accadimenti di quei giorni. FREE BURMA, gridavamo tutti... Ebbene?... Qualcuno ne ha sentito parlare, ultimamente?... No. Anche io che ricerco la notizia, faccio sinceramente fatica a trovarne traccia. Il ricco Occidente ha la memoria corta e cambia di interessi con troppa frequenza. Ma ce l'ho fatta. Qualcosa l'ho trovato. Ricordate Aung San Suu Kyi, la Leader del NLD (Lega Nazionale per la Democrazia), nonché Premio Nobel per la Pace, agli arresti domiciliari da tempo immemore (colpevole di aver vinto le elezioni contro la giunta, che si prese il potere mettendola in galera) e i suoi sforzi per contrastare la dittatura?... Ricordate l'Onu, che si scagliava sulla giunta promettendo sanzioni e pressioni internazionali?... E quindi?!?!... Così su due piedi, parrebbe quasi che la situazione sia rientrata. Nessuno ne parla più... E invece no. La situazione non è rientrata per niente. L'ultima notizia utile, risale al 30 Gennaio 2007, dopo non ne sono pervenute altre. Aung San Suu Kyi si è detta "altamente insoddisfatta degli incontri tenuti con i rappresentanti del regime militare" tutt'ora ben saldo al potere in Birmania. La premio Nobel inoltre, fa sapere di aver ben poche speranze che la "straordinaria" pressione delle Nazioni Unite sui generali possa portare a qualcosa di buono e lo fa con una frase che lascia ben poco all'immaginazione: «DOBBIAMO SPERARE PER IL MEGLIO, PREPARANDOCI AL PEGGIO»; aggiunge inoltre di essere molto preoccupata per le numerose prese in giro della giunta, tanto abituata ad infrangere le promesse, pur di ottenere ciò che vuole. Resta il fatto che tutt'ora, la polizia del regime non ha smesso di arrestare "dissidenti e disubbidienti", come loro chiamano le persone che chiedono democrazia. L'ultimo in ordine di importanza è stato Nay Phone Latt, un politicante esperto di blog, arrestato in un internetCafè di Rangoon, i primi giorni di quest'anno.