EARTH & SOCIAL

SULLA MOZZARELLA DI BUFALA


Se l’Unione Europea fosse una classe scolastica, il nostro Paese sarebbe di sicuro l’alunno ripetente; quello problematico, che non si applica, che non s’impegna. Quello che disturba gli altri e che non ascolta, quello che se ne frega bellamente delle regole perché “se mi dici qualcosa io ti mando “ammiocuggino” (come recitano gli Elio e le Storie Tese, ma non solo)… Quello che ogni sera porta a casa la nota di demerito, come in effetti capita ogni volta che l’UE prende in esame qualcosa che ci riguarda. Non so più quante volte mi è capitato di leggere sui giornali la frase: «La Commissione rimprovera l’Italia»… Le prime volte che succedeva la consideravo una cosa normale. Sempre se fossimo in una classe scolastica potrei dire che quando si cambia, passando dalle “medie alle superiori”, non è sempre detto che tutti gli individui riescano subito ad integrarsi. Ecco perché una qualche tiratina d’orecchie, giusto per aggiustare il tiro mi pareva più che lecita. Ora non più, sinceramente. Ora mi vergogno profondamente ogni volta che succede, anche se le “tirate d’orecchie” non sono certo rivolte a me. Ma che cambia?... Quando viaggiamo per l’Europa (e per il mondo) noi in un certo senso smettiamo di essere individui e diventiamo tutti solamente “italiani”. Quindi, diventiamo tutti automaticamente quel ragazzino problematico e ripetente che durante le lezioni non fa altro che disturbare gli altri, rubare le loro merendine e sporcare dappertutto. A me non va di essere incanalata in un contesto del genere perché io, come individuo non sono affatto così. Sono sicura che questo ragionamento ultimamente lo stiamo facendo in tanti… • NELLO SPECIFIO, LA BUFALA… La Mozzarella di Bufala campana è uno degli alimenti che amo di più al mondo. Per me non esiste la pizza ad esempio, senza questa particolare mozzarella ed è l’elemento indispensabile per la pasta fredda estiva che non vedo l’ora di mangiare, che oltre ai pomodorini del mio orto e alle spezie del mio giardino, esige una cascata di dadini bianchi di Bufala, possibilmente campana. Riguardo a questo prezioso alimento, l’Unione Europea si è espressa pesantemente, negli ultimi giorni ed è tutto dovuto a quel dannato problema della spazzatura e degli incendi di “munnezza” che da mesi illuminano le strade di Napoli e Provincia. Come era prevedibile che accadesse, gli infiniti pulviscoli tossici che si sprigionano da quegli incendi, sono tornati a terra; più precisamente sulla terra della campagna-campana, come probabilmente capitava già anche ben prima dell’esplosione mediatica attorno a questa faccenda. In sostanza: Le misure adottate dall’Italia in merito alla “mozzarella di bufala contaminata” sono giudicate dalla Commissione europea INSUFFICIENTI e le informazioni che l’Italia ha inviato, inerenti alle mozzarelle contaminate già distribuite sul mercato e sulle aziende produttrici in Campania sono giudicate INCOMPLETE. Per concludere, Nina Papadoulaki, portavoce del commissario UE alla Salute, ha fatto sapere che nel complesso, le informazioni dall’Italia sono MOLTO LACUNOSE. Sembra o non sembra la pagella di un ragazzino problematico?... Come nella migliore “tradizione scolastica”, dietro un figlio asino si nasconde spesso un genitore ottuso. E infatti, la risposta del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro a tutto ciò è (testuale): «Non esiste nessun “caso-diossina” in campania.» Paragonando la faccenda a quella dell’Aviaria (forse perché considerata da molti una “bufala”…), De Castro sostiene che “«i casi a rischio sono pochi e già isolati»: sarebbero secondo lui, soltanto 83 allevamenti su 1.900 totali. A dare man forte a De Castro (per fortuna per lui) c’è Antonio Malorini (qui nelle vesti dello “zio” del ragazzino ripetente), che nella vita è niente meno che un ricercatore dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino. Non il primo arrivato, insomma… Su una nota che verrà diffusa sull’ALMANACCO DELLA SCIENZA settimana prossima, Malorini spiega che «gli alimenti privi di diossine non esistono e probabilmente non sono mai esistiti» (e qui la mia stima per il Cnr barcòlla…) e che comunque, «i prodotti del Consorzio per la tutela della Mozzarella di Bufala campana sono risultati “incontaminati” (ma come?!... non aveva appena detto che i prodotti privi di diossina non sono mai esistiti?) nell’87% dei casi» e che soltanto l’11% del restante 13% «aveva un tenore di diossine compreso in un intervallo che rimaneva comunque sotto il livello di legge», giudicando in fine la Mozzarella di Bufala come “ASSOLUTAMENTE SICURA”. L'esatto opposto del giudizio della Commissione, giusto per non creare confusione. Secondo il mio modo di vedere, è un po’ come se il padre del ragazzino problematico, sotto dettatura dello zio dello stesso, avesse risposto sul diario, sotto la nota di demerito dell’insegnante, qualcosa tipo: “Mio figlio è un ragazzo sano e dai buoni principi. È pulito e ordinato. È praticamente perfetto così; riveda per cortesia i suoi parametri perché a me il ragazzo pare a posto”.