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IL DALAI LAMA CHIEDE AIUTO


«La Cina è uno Stato di polizia che ha adottato la legge del terrore». Con queste parole, il Dalai Lama ha chiesto aiuto (da NewDelhi in India dov’è in esilio) rivolgendosi alla comunità internazionale, affinché faccia presto qualcosa per salvare il Tibet e i tibetani. Nella dura accusa rivolta a Pechino, Tenzin Gyatso ha parlato di AGGRESSIONE DEMOGRAFICA e ha detto di poter provare che attualmente sono a migliaia le persone che stanno emigrando altrove. O che quantomeno cercano di farlo. Così come esistono le prove che documentano il fatto che il Tibet si sta riempiendo di cinesi, mese dopo mese: le stime dicono che a Lhasa, la capitale tibetana, restano ancora circa 100mila tibetani, a fronte di circa 200mila cinesi. Il Dalai Lama ha inoltre respinto duramente alle accuse di “separatismo” che Pechino gli rivolge da sempre, ricordando che la Cina “occupa” il Tibet dal 1950 e che lui ha sempre sostenuto l’esigenza di una paggiore autonomia per l’Altipiano. Come continuerà a fare. Prima di fare questo, il Dalai Lama aveva pregato per le vittime delle repressioni assieme ai rappresentanti di altre religioni nel luogo che oggi ospita il Mausoleo in memoria del Mahatma Gandhi, altro grandissimo Uomo di Pace.
Alice Virtù