EARTH & SOCIAL

La rete contro Gullelmo Vargas Habacuc


Ho appena letto su Corriere.it, le ultime notizie circa Gullelmo Habacuc Vargas, l’artista che ha legato un cane alla Biennale Centramericana d’Arte dell’anno scorso (vedi due post sotto). LA PETIZIONE che anche io ho appoggiato con un link a fine articolo, ha raggiunto quasi quota 2 Milioni. A questo punto, l’artista e i vertici della Biennale hanno dovuto dare qualche spiegazione. Qualcuno in questi mesi ha parlato di “leggenda metropolitana” (ma questa ipotesi è stata smentita) e di “bufala”. Gli organizzatori della mostra, intervistati dai giornalisti, hanno spiegato che in realtà Navidad, questo il nome del Cane in questione (e non potevano dargli nome più azzeccato, che dite?), restava legato alla corda nel museo soltanto per tre ore al giorno e che per tutto il resto del tempo razzolava, beveva e mangiava. Sostengono che il suo pessimo aspetto, fosse dovuto alla vita da randagio che aveva sempre vissuto e che non sia affatto morto il giorno dopo la chiusura della manifestazione.
giudicatelo voi. Lo scetticismo è d’obbligo. Anche perché del cane, nessuno ha più saputo nulla. Vargas sostiene addirittura che sia scappato, proprio il giorno dopo la fine del tutto. L’artista in questi giorni sta cercando di spiegare in tutti i modi la sua “opera d’arte” perché sostiene d’essere stato frainteso. Nella sua spiegazione, il cane doveva essere mostrato “sofferente” per denunciare la situazione dei cani randagi in Costarica, il suo Paese. Non per cinismo o per sadismo. Quindi, per rendere bene il concetto di “abbandono, solitudine e disperazione”, ha pensato di prendere un cane per la strada, già sofferente di suo, per mostrarlo. Sarà. Torno a ribadire che lo scetticismo è d’obbligo. Insomma, ricordo bene le interviste che lui stesso ha rilasciato l’anno scorso. Perché lui non le ricorda? Per non saper né leggere né scrivere, la Commissione UE ha nominato un Commissario, Franco Frattini, incaricandolo di compiere ricerche approfondite per valutare l’eventuale messa al bando dell’artista dal territorio europeo, perché «torturatore». E intanto, la rete si è mobilitata, gridando (per ora) 2 milioni di NO! Alice Virtù