EARTH & SOCIAL

EFFETTO SERRA.


La sfida è (o forse dovrei dire era?) questa: sviluppare un’intelligenza globale ambientale capace di farci proseguire nella nostra evoluzione verso una società capace di vivere senza necessariamente continuare a gravare pesantemente sulla Natura e sulle popolazioni deboli, senza necessariamente avvelenare l’aria che respiriamo, senza necessariamente finire l’acqua che tiene in vita tutti quanti, esseri umani e non, senza necessariamente far sciogliere tutto il ghiaccio che c’è, per lo meno, quel poco che è rimasto. (a tal proposito consiglio di visitare il PoloNord con GoogleEarth o di cercare informazioni sulle recenti ricerche del National Geographic a riguardo, perché mostrano bene come il ghiaccio al Polo Nord si sia già quasi totalmente sciolto). Quello che si è autodefinito ”Homo-Sapiens-Sapiens” proprio per il suo straordinario modo di pensare, a questa sfida unica nel suo genere (perché decisiva per la salvaguardia della vita per come la conosciamo e perché imminente) ha risposto in vari modi, più che altro ridicoli (a mio avviso), senza dubbio degni di un essere che si è sempre troppo paragonato a Dio. In sostanza, piuttosto che modificare leggermente l’attuale nostro stile di vita, le più illustri menti del pianeta si sono messe a pensare al miglior modo per “illudere la Natura” con due o tre costossimi sotterfugi. Come scrive «Repubblica»: “non avendo voglia di combattere la causa, si cerca almeno di attaccarne gli effetti”. Purtroppo chi ha il compito di pensare a una “soluzione” pare non possa andare oltre e cioè permettersi di pensare anche alle eventuali conseguenze della stessa. Azione ---> Reazione. Non ho capito perché ma “ai piani alti” pare funzioni così... IPOTESI 1: Irrorare di zolfo la stratosfera terrestre con dei continui getti di “mega-aerosol”. Costo dell’operazione: 100.000.000$/anno L’idea è venuta al Premio Nobel - Paul Crutzen, ispirato dall’eruzione dell'enorme Vulcano Pinatubo (nelle Filippine), che nei primi anni ’90 eruttò violentemente proiettando nell’atmosfera una intensa nube di zolfo (calcolata in circa 20 Megatoni di gas di zolfo), che perdurò sull'intero Pianeta per parecchi mesi, raffreddando il clima globale per un paio di anni.Semplice: le microparticelle di zolfo rimaste “a mollo” nell’atmosfera avevano fatto da specchio riflettendo la luce del sole e filtrando il suo arrivo a terra. Nel caso si dovesse prendere questa assurda strada, sarebbe una decisione a senso unico. Paul Crutzen non ha pensato alle conseguenze; per fortuna l’hanno fatto altri per lui e le conseguenze della sua brillante idea non sarebbero affatto rosee. Ken Caldeira, importante climatologo di Standford ha simulato al "piccì" il processo di immissione dello zolfo nella stratosfera, con le successive-probabili reazioni della Terra:  come già dimostrato dal vulcano, effettivamente un ribasso della temperatura terrestre è possibile. Peccato però, che smettendo di immettere il gas ammorbante (lo zolfo è eterno?.. non ci farà male, a lungo andare?.. e la Natura come la prenderebbe?) la temperatura terrestre farebbe un improvviso balzo verso l’alto e l’intero processo di surriscaldamento globale ripartirebbe ad una velocità maggiore rispetto a quella di oggi; la siccità e la mancanza d’acqua farebbero il resto, uccidendo centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Se a questo, sommiamo il fatto che lo zolfo assottiglierebbe in breve tempo l’intera fascia d'ozono terrestre…. IPOTESI 2: Disseminare gli oceani di polveri di ferro allo scopo di far crescere il fitoplancton* in grado di assorbire Co2.. *(un insieme di alghe molto importante perché genera la metà dell'ossigeno totale prodotto dagli organismi vegetali della Terra -Wikipedia-). Peccato che il ferro danneggerebbe in poco tempo l’intero ecosistema marino, già abbastanza fragile, sempre a causa nostra. La paternità di questa genialata è contesa fra due “colossi” del clima americani, la Climos e la Planktos, che già da tempo si vantano di buttare polvere di ferro qua e là per gli oceani. Cercano di risolvere un problema creandone altri, qualcuno li può avvertire?... IPOTESI 3: Aspirare tutta l’anidride carbonica con tanti “super-aspiratori”.Semplice quanto diabolico. Gli aspiratori in questione sono prodotti dall’ennesimo colosso americano (la Global Research Technologies), ognuno di loro ha la dimensione di un tir e per aspirare 10 milioni di tonnellate (t)di Co2 all’anno (soltanto 1/3 delle attuali emissioni annue) servirebbero 30 milioni di unità, disseminate qua e la per il globo. Gli aspratoroni sono in grado, attraverso reazioni chimiche, di trasformare l’anidride carbonica in un non meglio precisato “materiale inerte” che però va seppellito con cura in località isolate…Costo dell’operazione: 250.000$/t Co2 Calcolo del costo annuo: 250mila x 30milioni = 7.500.000.000 $/anno (settemiliardicinquecentomilioni di dollari all'anno). Azz! Si, sarebbe davvero un ottimo affare per la Global Research Technologies... Queste ipotesi (sono soltanto alcune) un po' fanno sorridere e un po' fanno accapponare la pelle. Fa sorridere un po’ meno il fatto che provengano tutte da progetti di geoengineering: "ingegnerizzazione della terra" o “approccio rivoluzionario al cambiamento climatico”, life-style adottati da molte aziende americane che pur di non rinunciare a vizi-pregi-abitudini si venderebbero l’anima al diavolo, se già non l’hanno fatto… Una per tutte la Exxon-Mobil, scoperta già in passato a pagare ricercatori inetti e decerebrati, assoldati per scrivere su riviste scientifiche affermate che il “Global Warning” era solo un’invenzione.  Nel mio piccolo, trovo che il messaggio di questa “scienza” sia semplicemente diseducativo. Far credere alla gente di aver tovato una soluzione, indurrebbe molti a disinteressarsi nuovamente alla questione ambientale. E non sarebbe proprio di nessun aiuto. Alice Virtù