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PEPPINO IMPASTATO


Appartiene al tuo sorrisol'ansia dell'uomo che muore,al suo sguardo confusochiede un pò d'attenzione,alle sue labbra di rosso coralloun ingenuo abbandono,vuol sentire sul pettoil suo respiro affannoso:è un uomo che muore-------------- Giuseppe "detto-Peppino" Impastato è nato nel 1948 in provincia di Palermo, figlio di Luigi, uomo di mafia (amico intimo di Tano Badalamenti) già mandato al confino dal duce nel periodo fascista, nonché nipote di altri svariati uomini di poco-onore, tra cui Cesare Mazzella, famoso "boss", saltato in aria a bordo della sua automobile nel 1963. A 17 anni, dopo essere stato cacciato di casa da un padre (e da una famiglia) che lui stesso contestava e detestava, si è avvicinato alla politica-anti-mafiosa (un paradosso, allora come oggi), ha fondato un giornale, ha condotto lotte per la gente cacciata dalle proprie case per costruire autostrade che poi nella migliore delle ipotesi sono cadute a pezzi, perché nella peggiore non sono nemmeno mai state costruite. Ha lottato contro un sistema più grande di lui (e di noi) che però proprio non digeriva. Ha fatto nomi e cognomi, denunciando soprusi, speculazioni, cose losche e non ha avuto paura; o forse si, ma ha avuto di certo ancora più coraggio. A Cinisi, il paese dov'è nato e vissuto, si era candidato come consigliere comunale nelle liste di "Democrazia proletaria" e ai giovani del suo paese ha dato dato una speranza.Cinque giorni prima del voto, la notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978, Francesco Di Trapani e Nino Badalamenti (su mandato di Tano, in accordo con Luigi Impastato) l'hanno fatto saltare in aria, stordendolo e adagiando il suo corpo su una carica di tritolo. Poi per anni l'hanno fatto passare per un suicidio o per un incidente di sbadataggine maneggiando esplosivo, magari preparando un "attentato", hanno cercato di infangare oppure di oscurare la sua memoria, partendo dall'inizio, dall'annuncio della sua morte dato in concomitanza a quello del ritrovamento del corpo di Aldo Moro; ci sono riusciti bene.Ci sono voluti 23 anni prima che (dopo svariate archiviazioni) si giungesse ad una condanna per delitto di mafia. Nel 2001 è stato condannato solo il mandante, perché i due esecutori materiali nel frattempo erano già morti.Oggi non è l'anniversario della sua nascita, né della sua morte.La notizia che mi ha fatto ripensare a Peppino è quella del solito sindaco leghista dal look alla Ligabue (Cristiano Aldegani di Ponteranica nel chissà-dove bergamasco), che non appena insediatosi al palazzetto, come prima cosa ha fatto rimuovere la targa che il paese aveva apposto sul muro della Biblioteca Civica in onore di Peppino un anno e mezzo fa.La motivazione? Il suo desiderio di onorare personalità locali, intitolando la Civica alla memoria di chi davvero è stato fondamentale alla comunità. Al suo piccolo fazzoletto.Molto probabilmente il "posto-targa" verrà ora assegnato alla memoria del vecchio prevosto, morto di vecchiaia qualche anno fa, ma in paese "sicuramente molto più conosciuto di Peppino Impastato"...Alice Virtù