GIORNATE SPARSE

CONVERSAZIONE "RUBATA"


Sms lei - ieri ho finito di leggere uno dei tuoi libri. Vorrei saper scrivere come te. Spiegami come fai a scrivere così, ti prego.Sms lui - Non è facile spiegare come si fa a scrivere. Non c’è qualcuno che ti dice come si fa, si guarda come fanno gli altri e piano piano impari. Si dice «rubare con gli occhi». Impari il mestiere prendendolo dagli altri, guardi come fanno. E così è per lo scrivere. Chi scrive cerca, con la propria scrittura, di raccontare una storia, prima di tutto a se stessi. Poi queste storie possono diventare addirittura dei libri.sms lei - io cerco di raccontare delle storie con queste conversazioni moderne. uso gli sms, ma  non so dove vanno a finire... Non so cosa diventeranno.sms lui - Continua. Non smettere. Per me i libri sono lettere a nessuno, non so a chi le ho scritte, a chi le spedisco, so che stanno al fermo posta di una libreria. Per te sono sms lanciati in Retesms lei - un sms come se fosse una lettera?sms lui - si, e qualcuno passa di lì, cerca proprio quella casella in mezzo agli scaffali, sceglie nella posta la lettera che è stata scritta per lui, e comincia a leggere. Questo è quello che io cerco almeno nei libri quando li apro, il pezzetto che è stato scritto per me. Uno scarto, un brusco scarto di intelligenza e sensibilità che mi spiega qualcosa di me. Cosa che suppongo possedevo già sotto la pelle, ma che non sapevo dire, che non riuscivo a mettere a fuoco.sms lei - Quindi i libri sono questo per te? Lettere spedite a un fermo posta con la possibilità di avere fortuna, di incontrare una persona che legge con ricevuta di ritorno. Qualcuno che ti dica: «Sì, ho letto quella pagina», oppure «mi è rimasto impresso quel racconto o quella frase»?sms lui - Si. Se alla fine è rimasto solamente un brandello dell’insieme, quel brandello conta. Non conta il resto, che è andato inghiottito, ma quel brandello che rende amici lo spedizioniere cieco e il lettore.sms lei - come un sms...