Neuroni in disordine

Il terzo attacco di panico.


Purtroppo non avevo con me gli ansioliti, cosa che invece facevo solitamente ...Pensai “vado in infermeria ... me lo daranno lì”. “Non ne abbiamo, purtroppo...” disse l’infermiere. “Prendiamo una camomilla…” “Ma quale camomilla .. magari fosse sufficiente” dissi.Tornai indietro in ufficio, e poi di nuovo in infermeria perché sentivo che qualcosa sarebbe successo ... “Portatemi al PS ... subito, ho bisogno di una calmante ...” e in men che non si dica .... mi ritrovo con un attacco di panico
sul lettino dell’infermeria ...
 Chiedo all’infermiere di essere accompagnato da N. il capo della sicurezza al PS .... Ma arriva il mio capo
 che era entrato fin dentro la sala del medico ... alla faccia della privacy ....Arrivo al PS accompagnato dal mio capo e dal responsabile della sicurezza; per strada ero ancora in preda ad uno stato di ansia terribile ... Mi ricevono al PS: bravissimi i medici ed infermieri
: mi calmo subito;  mi rimangono un braccio e una gamba come addormentate ... e avevdo chiesto di rispettare la privacy e cioè che che le persone all’esterno sapessero ... da dietro con la sedia a rotelle mi portano in neurologia.  Brava la dottoressa, una neurologa davvero brava (mi piacerebbe tanto rivederla…)
: parlammo molto: capì e mi fece capire che i miei problemi era da mettersi in relazione con il lavoro ... disse di fregarmene se facevano mobbing nei miei confronti ... lei ci era passata. Mi disse, facendomi vedere il lato positivo della cosa...  “sai, avrai modo di studiare quello che vuoi,…. Approfittane…”.
Brava, davvero.  Ma io non riuscivo nello stato in cui mi trovavo da mesi, anni a studiare, la depressione non mi faceva concentrare ... La diagnosi sul foglietto fu: DAP, che lei ricalcò pensierosa numerose volte con la penna ...  mentre io le raccontavo l’attacco e la mia storia passata.Mi disse di usare per prevenire questi attacchi una medicina nuova che non conoscevo lo Xanax ( e me la prescrisse sul foglio del PS).Uscì dall’ospedale e i due mi riaccompagnarono al lavoro.Il mio medico mi prescrisse diversi giorni di riposo a casa. Non volevo tornare al lavoro. Avevo paura di altri attacchi al lavoro. A casa stetti meglio, non bene perché dopo il terzo attacco ero sconvolto. Ero stato anche dallo psichiatra che mi aveva cambiato di nuovo la cura ... Avevo paura di tornare al lavoro, tanta paura ... panico direi.Mi feci forza e tornei.Adesso se vi dico cosa trovai al mio ritorno. Voi non potete immaginare….. Impossibile.
Per posta elettronica era stata mandata la nuova bozza della procedura. La versione di quella famosa procedura recitava le stesse identiche parole .... Incredibile. Come quando il mio capo attaccò dicendo che ero io che alzavo le barriere….. e che l’avevano già cambiata!!! E meno male che questa volta ero stato a casa per un attacco di panico, e che non potevo aver alzato le solite e famose barriere ... In buona fede pensai “E’ un errore… avranno confuso i file”. Scrissi all’ing Bianchi “E’ un equivoco?”. “No -mi rispose-  è proprio cos’ì”.  Andai dal mio capo ... ero lucido e privo di ansia (forse le medicine prese a prima mattinata) e dissi:
“ma come mi è venuto una attacco di panico perché mi hai rimproverato che era colpa mia di tutto, e che la procedura era stata cambiata ... ed  adesso trovo tutto come prima .. mi volete far diventare matto????”Fece cambiare la procedura in pochi minuti cancellando finalmente quella frase ...
Non ci crederete, ma le tante e-mail ne trovai anche una che mi diceva di andare dal medico competente ...
 che diceva le mie crisi era connesse con i malumori sul lavoro, e che poi si sarebbe visto come fare ... ma prima dovevo andare dal medico.Hai capito? Questi prima ti fanno esaurire, poi ti mandano dal medico augurandosi che ti levi dalle scatole ...