Neuroni in disordine

Risposta al sondaggio di Laura


A CHE COSA E' DOVUTO IL MIO PROBLEMA PSICOLOGICO?A) dipende dal lavoro, ed è vero e proprio mobbing  Si legge chiaramente un tentativo di isolare la persona, di convincerla a sentirsi “stupida”, “malata” o comunque “diversa dagli altri”. A questo proposito consiglio VIVAMENTE la visione del film “Piano, piano dolce Carlotta” di Bette Davis. (Paolo guardalo per piacere!!)COSA DEBBO FARE?1) devo smettere di prendere farmaci e fare psicoterapiaUscire dal mobbing è un gran casino, per mille motivi.Primo: ti porta all’apice della frustrazione ed è molto, molto pericoloso ed insidioso.Sei trattato come fossi l’ultimo imbecille della terra (a me per esempio, dopo quindici anni di lavoro, fra poco mi chiedono di andare a prendere un caffè o pulire i pavimenti).Secondo: non hai supporti. Se ti capita di averne uno non sarà mai a lungo termine.Nessun collega è disposto ad esporsi in prima persona a maltrattamenti gratuiti psicologici.Al “se ti metti con lui/lei ti metti contro il tuo capo” con tutte le conseguenze che ci vanno dietro.In questi anni si è lottato per poco, quasi niente. La gente lotta solo per problemi che la riguarda personalmente o solo se si tratta di perdere i soldi.Non lotta per “gli affari degli altri”. La loro poltrona è sicura. E’ calda. Dà da mangiare ai loro figli, paga il loro mutuo.Sai poi quanto può essere utile offrire i propri genitali (“che ti frega…è una volta sola” poi gliela prometti: e intanto sali di carriera, raddoppi lo stipendio, o il tal progetto lo danno a te).Se il tuo capo è una grandissima str…. è ancora più facile. Ti basta un “hai tagliato i capelli??...che bene che stai!!” o “che bello quel vestito? Ma dove l’hai comprato?” e le solite menate “come sei bella-come sei intelligente-come sei…) Funziona nel 90% dei casi.Leggi: “Quella stronza del mio capo” di Bridie Clark: non si accettano “non ne ho il tempo o “sto già leggendo..””.Per quanto riguarda il supporto a lungo termine non esiste. La “malattia depressiva” o “il male oscuro” dura più a lungo della sopportazione degli altri, soprattutto di chi non la vive in prima persona.Quindi il passaggio è sempre quello nell’atteggiamento di chi ti stà vicino:1^FASE  incazzatura forte con “SE LO AVESSI PER LE MANI GLIELA FAREI VEDERE IO!”2^ FASE incazzatura meno forte, più una perplessità un po’ offesa/ misto stupore con un conseguente “ANCORA??!”3^ FASE si comincia a consigliarti di mettertela via perché “COSA VUOI FARCI….E’ FATTO/A COSI’…..SAI CHE LUI/LEI E’ FATTO/A IN QUESTO MODO E LA IGNORI!”4^ FASE (L’epilogo e la peggiore) è la parte in cui si passa da martire a “mona” come diciamo noi nel Veneto.E’ impossibile che le cose vadano proprio come le racconti quindi:a)      sei tu che le ingrandiscib)      se sei solo tu che le vedi così e gli altri no, sei paranoicoc)      ad un certo punto è ora che “te la metti via e ti calmi”d)      trovati un hobbye)      se sei così bravo a fare il tuo lavoro e così infastidito dal tuo perché non lo cambi??A questo punto la maggior parte delle persone che stanno male come te cambia lavoro.HANNO VINTO IL MOBBING E “GLI ALTRI” UN’ALTRA VOLTA:SEI FUORI DAI MARONI E NESSUNO ROMPE PIU’.In alcuni casi c’è il continuum. Le persone che stanno bene solo se fanno sentire qualcun altro una “mer…” andato via tu hanno la necessità di sostituirti con il “capro espiatorio” di turno.Quel becco da cui andavi a confidarti (ritenendolo un amico, uno in grado di comprendere) e che ti diceva “ma Paolo, non credi di essere tu a vedere le cose per il verso sbagliato?? Perché sai, con me l’X, Y si è sempre comportato correttamente…”.Quello il giorno in cui lo troverai per la strada e ti dirà “sai Paolo, avevi ragione ….sai cosa mi ha fatto X, Y?” . Io al tuo posto direi “no…ferma ferma! Avevi ragione tu, ho sistemato tutto rendendomi conto che quella persona non sbagliava a comportarsi con me. Vedevo io le cose sotto il profilo sbagliato. Me ne sono andato per tutte altre ragioni….”.Credo che si sentirà un pirla. Quello che hanno tentato per anni di fare sentire te: un pirla, isolato e malato.Io potrei benissimo fare ricorso per mobbing. Qualcuno mi ha detto che adesso esistono delle leggi introdotte ultimamente sull’argomento che vale la pena prendere in considerazione, ma non ho i soldi per pagare un avvocato che perori la causa.Al momento me la “ciuccio giù” pensando ad andare via, non tanto per scappare dai miei problemi, quanto la mia situazione è un po’ diversa: sto studiando per fare la maestra di una scuola d’infanzia e mi mancano pochi esami. Dopo la laurea potrebbero chiamarmi per fare supplenze, sono già in graduatoria.Per il momento corro come una deficiente, visto che quella di vedermi “muovere il cu..” è tra le loro passione più grande, oltre a dirmi che non so fare bene il mio lavoro. Notare che mi interrompono in continuazione con telefonate e altre richieste per rallentarlo fino all’estremo…Alla fine mi sono resa conto che ci sono altre cose più importanti e che lasciavo indietro per arrabbiarmi con della gente infame: i miei figli e la mia salute.E’ inutile che perda il mio tempo a farmi un fegato così e che torni a casa avvelenata al punto tale da non aver voglia di parlare con i miei bambini, giocare con loro o raccontargli una storia.Noi il mobbing lo possiamo affrontare: loro no. E hanno bisogno di noi ORA. Affanc… anche chi ci vuole male.Focalizzati sul tuo bambino e ricordati che quando stai veramente male e stai a casa le loro voci non le senti. Mal che vada stacca pc, telefono….isolati in un mondo in cui vivete solo voi. Poi si ritorna lo so. Ma intanto ti riprendi e ti rendi conto di cosa ti sei perso.Il resto te lo racconto alla prossima puntata…..P.S. Ho dimenticato di dirti una cosa. Ho preso per molto tempo xanas, lexotan in gocce….forse anche qualcos’altro.Ora prendo il minias per dormire. Lo faccio solo rare volte, ossia quando dormo poco da giorni e ho troppo lavoro la mattina per avere sonno. Oppure ho fin troppo da studiare e da concentrarmi per gli esami all’università. Non potrei MAI permettermi di essere assonnata, stanca o semplicemente “rincoglionita” da questi farmaci, che è più o meno l’effetto che fanno.Con l’andare del tempo ti rendi conto che i problemi non sono un “oggetto” che per non vedere basta spostarsi di posto.Te li porti dietro comunque, come un sacco pesante e, peggio ancora, se sei “infognato” come me, non basta girare le spalle al lavoro, per concentrarti su quello che hai: la salute (?), una famiglia unita (?), una persona che ti ama più di ogni altra cosa al mondo (??) la stabilità economica (???).Ti giri e sono ancora lì. Sono le tue “rogne” che ti guardano, che aspettano una soluzione.Non avendo quindi una bacchetta magica per risolvere tutto in un colpo, ho cominciato a dare ad essi un ordine di priorità ponendomi delle domande. LA DOMANDA PRIMARIA. LA PIU’ IMPORTANTE: Qual è la cosa più importante della MIA vita? Cosa IO voglio dalla mia vita?La risposta che mi sono data è stata questa: “La cosa più importante della mia vita sono i miei figli.Quello che io voglio dalla mia vita è che crescano sereni, voglio avere il tempo di giocare con loro, la loro salute e la mia pace. Non voglio più dover dimostrare alla gente chi sono io, chi sono loro, la loro importanza e la mia. Voglio che siano in grado di cogliere qualsiasi cosa ci sia di più bello della vita. Quello che c’è di più vero, di più naturale.Vorrei che capissero quali sono le cose più importanti, il valore di ciò che stà loro attorno. L’etica..la morale (non la falsa morale) il rispetto di tutto. Degli altri, del pensiero di chiunque sappia rispettare il loro. Vorrei che capissero che “diventare grandi”….non crescere ATTENZIONE….parlo proprio di diventare Grandi, con la “G” maiuscola costa tantissimo sacrificio.Cerco di spiegarlo tutte le volte soprattutto a Francesco, mio figlio più grande, che si sente così diverso….così “strano” rispetto agli altri….Cerco ogni giorno di spiegargli che, pur sembrando un controsenso, lottare PER LA PACE E’ UNA GUERRA. Non lasciarsi “imbastardire” da ciò che fanno tutti-hanno tutti- se lo pensano tutti …perché non io?Diversità non vuol dire ad ogni costo “malattia”. A volte può significare anche forza.Magari quella forza che hai solo tu.”Dopo aver risposto a questa prima domanda mi sono chiesta se avessi i mezzi in grado di raggiungere i miei scopi. E la ovvia risposta è stata “NO”. Ne quelli psicologici ne quelli materiali.Mi sono resa conto che è impossibile per me tornare a casa da lavoro, dopo un mobbing serrato, dove ti senti poco meno di un niente ed affrontare un’altra mezza giornata a “fingere” di sentirti qualcosa.NON POSSO TRASMETTERE AI MIEI FIGLI UNA SERENITA’ CHE, IO PER PRIMA, NON HO.Quindi il problema andava risolto a monte. Il lavoro. Le possibili soluzioni analizzate da me erano quindi tre: la reazione, il trasferimento, il concetrarmi su altro che presto mi avrebbe portato “fuori di lì” (l’Università). La reazione ha solo portato ad una loro azione-reazione esponenziale di violenza verbale ed attacchi sempre più sostenuti. Quindi ho dovuto eliminare questa opzione.Per il trasferimento credo che lo chiederò a breve, non tanto quale forma di arresa, quanto sono in attesa di finire gli esami ed essere quindi chiamata per supplenze. Preferisco passare i miei “ultimi giorni” in serenità. Il problema più grosso è quindi l’ultimo: finire gli esami.La (presunta) risoluzione ai miei problemi è giunta quindi ad una riflessione di questo tipo:- primo problema da risolvere: l’università       di conseguenza….- cambio di lavoro…- maggiore serenità e crescita dell’autostima…- aumento della serenità familiare…e, a questo punto anche maggior tempo e serenità per i miei figli.N.B. Per chi si fosse fatto idee sbagliate….di bastonate ne ho prese tante nella vita che potrei “metter su” una bancarella in piazza e venderle. Non mi ritengo la fatalista della “bacchetta magica” che basta un colpo ed hop!....tutto è risolto. Ma bisogna pur cercare una via d’uscita: io credo che questa è sicuramente da considerare.LauraDANZA LENTAHai mai guardato i bambini in un girotondo ?O ascoltato il rumore della pioggiaquando cade a terra?O seguito mai lo svolazzareirregolare di una farfalla ?O osservato il sole allosvanire della notte?Faresti meglio a rallentare.Non danzare così veloce.Il tempo è breve.La musica non durerà.Percorri ogni giorno in volo ?Quando dici "Come stai?"ascolti la risposta?Quando la giornata è finitati stendi sul tuo lettocon centinaia di questioni successiveche ti passano per la testa ?Faresti meglio a rallentare.Non danzare così veloceIl tempo è breve.La musica non durerà.Hai mai detto a tuo figlio,"lo faremo domani?"Senza notare nella fretta,il suo dispiacere ?Mai perso il contatto,con una buona amiciziache poi finita perchétu non avevi mai avuto tempodi chiamare e dire "Ciao" ?Faresti meglio a rallentare.Non danzare così veloceIl tempo è breve.La musica non durerà.Quando corri così veloceper giungere da qualche parteti perdi la metà del piacere di andarci.§Quando ti preoccupi e corri tuttoil giorno, come un regalo mai aperto . . .gettato via.La vita non è una corsa.Prendila piano.Ascolta la musica.