Neuroni in disordine

Terapie e cause


 
Picture (Title:  Unable to relax) is kindly offered and authorized to publication by Polpolux.  Link to the picture author : http://www.flickr.com/photos/pulpolux/ La depressione dicono i libri fa parte dei cosiddetti disturbi affettivi.  La trasmissione familiare fa pensare che vi sia una componente genetica importante, sicuramente non trascurabile. E’ sicuramente anche un disturbo biochimico, che provoca l’alterazione di sostanze a livello cerebrale noti come neurotrasmettori, tra i quali quella più sospettata è la famosa serotonina. La depressione si distingue dal disturbo bipolare (vedi link) perché ben controllata dagli antidepressivi, a differenza della seconda che richiede invece trattamenti a base di litio. Per contrapposizione spesso viene chiamata depressione unipolare. Ma il fatto che sia importante una base genetica e che vi sia, provocato o meno da fattori meramente genetici, uno squilibrio nel funzionamento dei neurotrasmettitori, lascia spazio a favore di cause e quindi terapie a di tipo psicologico? La risposta che la depressione possa essere provocata da fattori psicologici e curata mediante psicoterapia è ormai un fatto certo. In questo groviglio di genetica, biochimica e fattori psicologici, le neuroscienze hanno compiuto molti studi e compreso alcuni meccanismi anche se ancora oggi non tutto appare chiaro. Uno studio sul finire degli anni ottanta (1989) prese in considerazione quattro gruppi di pazienti tutti affetti da depressione, sottoponendoli a due tipologie di trattamenti psicoterapeutici (approccio cognitivo-comportamentale e psicoterapia psiconalitica), uno ad una trattamento farmacologico classico, e un quarto venne trattato con placebo (cioè un finto farmaco senza principio attivo). Il risultato è stato che nelle depressioni meno gravi una sostanziale equivalenza di efficacia fra trattamento farmacologico, psicoterapia di tipo cognitivo e interpersonale; placebo in associazione a un supporto psicologico. Nel caso di depressioni gravi la superiorità del trattamento farmacologico rispetto alle strategie terapeutiche è stata molto netta. Come negare da queste evidenze l’influenza di un trattamento psicoterapeutico sul malfunzionamento dei neuro-trasmettitori, in particolare nei casi di depressione non grave?Come non ammettere che le condizioni psicologiche sia influenzate da un trattamento farmacologico? Viene da supporre in modo però semplicistico che le depressioni più gravi siano causate da fattori di tipo biologico, mentre quelle meno gravi da fattori di tipo psicologico. Certo nelle depressioni più gravi non si può escludere che si possano anche sovrapporre fattori di tipo psicologico o ambientale (perdita del lavoro, lutti molto gravi, insuccessi, fallimenti, ecc.) e spesso più di uno. E nella maggior parte dei casi è generalmente possibile individuare eventi stressanti prima dell’esordio della depressione grave.Molto efficace nella terapia antidepressiva è anche la terapia elettro-convulsiva (in parole povere l’elettroshock). Terapia medica impiegata solo lì dove la depressione è così forte da comportare un serio ed imminente rischio di suicidio. Infatti l’elettroshock è immediatamente efficace dalla primo trattamento, a differenza delle terapie farmacologiche che richiedono non meno di una quindicina di giorni per dimostrare la loro efficacia.