Neuroni in disordine

Pago....


Pago per aver scioperato con gli operai con le bandiere rosse al vento, non condividendo la politica aziendale e convinto delle necessità di uno sciopero che chiedeva certezza per il futuro di una fabbrica che faceva già da anni cassa integrazione, che programmava centinaia e centinaia di esuberi e ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Ero l’unico quadro aziendale fuori a i cancelli con le bandiere rosse (e non solo), che appoggiavo i diritti dei lavoratori, degli operai, pur potendo fare l’impiegato leccaculo che non sarebbe stato toccato dalla crisi. Ma come si può lasciare padri di famiglia con mutui alle spalle, con bambini che sporcano ancora i pannolini e che tanto hanno bisogno di quel salario che già non basta piùPago per aver protestato perché del denaro è stato suddiviso tra impiegati alla fine dell’anno dopo che l’azienda aveva risparmiato mettendo per mesi e mesi centinaia e centinaia di operai in cassa integrazione: ma se la produzione era scarsa cosa potrebbero aver fatto tutti questi impiegati di cos’ì strategico da meritare altri soldi oltre il loro normale stipendio e la loro già grande fortuna di non essere stati toccati dalla crisi…... Gli operai e le loro famiglie avevano ricevuto soldi dallo stato come cassa integrati, e l’azienda ne aveva “risparmiati” tendendo i  bilanci a posto e quindi potendosi alla fine permettersi premi ai “migliori”. Certo è lecito dal punto di vista legale fare ciò, ma non è assolutamente accettabile moralmente. Io ho protestato per iscritto in direzione. Le sigle sindacali no, perché dicono che è un diritto dell’azienda. Pago per non aver accolto tra i miei collaboratori un “megaraccomandato” che a mio avviso non aveva le caratteristiche per fare il lavoro con me. Non aveva persino la scolarità minima richiesta, cosa che ti questi tempi ce l’hanno tutti: anche sotto il profilo della sicurezza sarebbe stato pericolosissimo inserirlo in quell’ambiente. Ho scelto chi meritava, contro le spinte e gli ostruzionismi dell’azienda. IHo pagato per aver fatto scelte di meritocrazia. Pago perché ho fatto seriamente il mio lavoro nel campo della sicurezza, facendo venir fuori ciò che non era mai emerso, forse per ignoranza, forse chissà perché….. Per difendere la salute di tutti, di operai, impiegati, me incluso. Non è questo che chiede la legge? Essa addirittura tutela figure come la mia, che non devono essere oggetto di pregiudizio. Pago la mia professionalità. Ho sempre detto le cose come stavano dal punto di vista tecnico, senza coprire questo o quel responsabile di ufficio che potevano trovarsi invischiati nel problema. Ho sempre fatto esami e  prove con obbiettività e sempre tesi a trovare ciò che non andava, ciò che  molti non volevano sapere e far sapere….. Pago per aver creato un team forte, unito, solidale… Ho gestito una struttura pur piccola senza aver fatto una sola azione disciplinare nei confronti dei miei collaboratori. E la mia struttura non può essere certo additata come inefficiente, anzi. La mia gestione, fatta di autorevolezza, puntava a fare il lavoro senza imposizione sfruttando le individualità e venendo sempre incontro alle esigenze personali. Pago perché questo dà fastidio in un’azienda dove lo sport preferito del coordinatore è l’azione disciplinare nei confronti del sottoposto. Una volta fecero una sorta di indagine di benessere lavorativo, e noi risultammo primi tra tutti gli uffici e reparti dell’azienda. Pago perché dopo anni di ingiustizie, vessazioni, esclusioni, emarginazioni, ecc. mi sono stancato e ho reclamato i miei diritti di lavoratore. L’ho scritto, l’ho detto, l’ho riscritto.  Alla fine mi ritrovo sospeso, credo illegittimamente. E quindi pago di nuovo.  Mi sono convinto che devo lottare per i miei diritti a qualunque costo.