Tanto tanto tempo fa l'umanità aveva luce solo durante il giorno, ma quando arrivava il tramonto calava il buio ed ogni attività doveva essere interrotta. Il re chiamò un alchimista famoso per le sue stregonerie e gli chiese di donare luce alla notte buia. In cambio egli avrebbe potuto chiedere quello che voleva. L'alchimista ci pensò un pò e poi disse: "Sire, ho bisogno di tutto l'argento del suo regno...". Il re, nonostante fosse un pò scettico e temesse qualche inganno, diede ordine agli abitanti del suo regno di consegnargli tutti i gioielli e gli oggetti in argento. Ma il re, che era avido e mal consigliato dai suoi servitori, decise di non integrare all'argento raccolto quello del suo patrimonio, ma di fingere soltanto di averlo fatto. Quindi consegnò tutto all'alchimista. L'alchimista, nonstante si fosse reso conto che l'argento non era sufficiente, lo portò nel suo magico laboratorio dove cominciò a fondere gli oggetti ed i gioielli del popolo per ricavare tanto argento da poter costruire un veliero, un grande veliero; questo doveva essere realizzato interamente in argento perchè questo elemento, secondo le sue formule, era l'unico che avrebbe consentito al veliero di attraversare indenne il freddo e buio etere che separava la terra dal sole. Lì avrebbe raccolto una cospicua quantità di polvere della stella che durante il giorno illuminava la terra. E così fece. Ma durante il ritorno il veliero purtroppo, non essendo resistente come lo sarebbe stato se anche il re avesse consegnato il suo tesoro, cominciò a cedere un pochino e a perdere un pò della polvere del sole lungo il suo tragitto; nel cielo si formò una grande scia luminosa ... che indicò il ritorno sulla terra del veliero. Così giunse a terra, ma con una quantità di polvere magica non sufficiente a far risplendere, come il sole, un satellite sempre buio che girava attorno alla terra, satellite che l'alchimista aveva individuato grazie alle sue conoscenze astronomiche. Egli spiegò al re che purtroppo l'argento non era stato sufficiente, e gli chiese di cosegnargli altra lega preziosa. Il re mentì dicendo di avergli oramai consegnato tutto ed anzi lo rimproverò per aver perso tutta la quella polvere solare durante il tragitto di ritorno. L'alchimista non perse la fiducia; d'altra parte il re gli avrebbe tagliato la testa se lui avesse fallito nell'impresa. Così si diresse con il suo veliero verso il satellite con la polvere rimasta, questa volta però conservata in un forziere chiuso a chiave che lui stesso aveva costruito fondendo il ferro degli attrezzi del suo laboratorio. Una volta arrivato sul satellite, aprì il forziere e con l'aiuto del vento disseminò la polvere ovunque: non era moltissima ma sufficiente a coprire tutta la superficie del satellite. Quando ritornò indietro si accorse che la notte era rimasta tale, ma una grandissima stella con una luce fioca ma molto romantica si era accesa nel cielo, e che la luce era comunque sufficiente ad illuminare la notte, così come il re gli aveva chiesto.
Vi ripropongo una favola....
Tanto tanto tempo fa l'umanità aveva luce solo durante il giorno, ma quando arrivava il tramonto calava il buio ed ogni attività doveva essere interrotta. Il re chiamò un alchimista famoso per le sue stregonerie e gli chiese di donare luce alla notte buia. In cambio egli avrebbe potuto chiedere quello che voleva. L'alchimista ci pensò un pò e poi disse: "Sire, ho bisogno di tutto l'argento del suo regno...". Il re, nonostante fosse un pò scettico e temesse qualche inganno, diede ordine agli abitanti del suo regno di consegnargli tutti i gioielli e gli oggetti in argento. Ma il re, che era avido e mal consigliato dai suoi servitori, decise di non integrare all'argento raccolto quello del suo patrimonio, ma di fingere soltanto di averlo fatto. Quindi consegnò tutto all'alchimista. L'alchimista, nonstante si fosse reso conto che l'argento non era sufficiente, lo portò nel suo magico laboratorio dove cominciò a fondere gli oggetti ed i gioielli del popolo per ricavare tanto argento da poter costruire un veliero, un grande veliero; questo doveva essere realizzato interamente in argento perchè questo elemento, secondo le sue formule, era l'unico che avrebbe consentito al veliero di attraversare indenne il freddo e buio etere che separava la terra dal sole. Lì avrebbe raccolto una cospicua quantità di polvere della stella che durante il giorno illuminava la terra. E così fece. Ma durante il ritorno il veliero purtroppo, non essendo resistente come lo sarebbe stato se anche il re avesse consegnato il suo tesoro, cominciò a cedere un pochino e a perdere un pò della polvere del sole lungo il suo tragitto; nel cielo si formò una grande scia luminosa ... che indicò il ritorno sulla terra del veliero. Così giunse a terra, ma con una quantità di polvere magica non sufficiente a far risplendere, come il sole, un satellite sempre buio che girava attorno alla terra, satellite che l'alchimista aveva individuato grazie alle sue conoscenze astronomiche. Egli spiegò al re che purtroppo l'argento non era stato sufficiente, e gli chiese di cosegnargli altra lega preziosa. Il re mentì dicendo di avergli oramai consegnato tutto ed anzi lo rimproverò per aver perso tutta la quella polvere solare durante il tragitto di ritorno. L'alchimista non perse la fiducia; d'altra parte il re gli avrebbe tagliato la testa se lui avesse fallito nell'impresa. Così si diresse con il suo veliero verso il satellite con la polvere rimasta, questa volta però conservata in un forziere chiuso a chiave che lui stesso aveva costruito fondendo il ferro degli attrezzi del suo laboratorio. Una volta arrivato sul satellite, aprì il forziere e con l'aiuto del vento disseminò la polvere ovunque: non era moltissima ma sufficiente a coprire tutta la superficie del satellite. Quando ritornò indietro si accorse che la notte era rimasta tale, ma una grandissima stella con una luce fioca ma molto romantica si era accesa nel cielo, e che la luce era comunque sufficiente ad illuminare la notte, così come il re gli aveva chiesto.