Alla fine

Ho letto


Vajont: quelli del dopo Mauro Corona - Mondadori Editore - Collana Piccola Biblioteca OscarFu come un colpo di falce. Il 9 ottobre 1963, alle 22.45, duemila persone e un intero paese furono cancellati per sempre. Più di quanrant'anni sono passati e il ricordo dei morti è ancora sospeso sulla valle. Anche se i fatti di quella terribile notte diventano sempre più lontani, quel passato resta inciso sulla pelle di chi l'ha vissuto. Come Mauro Corona, lo scrittore-alpinista di Erto; e come i personaggi di questo testo inedito. All'osteria del Gallo Cedrone sei uomini si ritrovano a discutere fuori dai denti, tra un bicchiere di vino e l'altro, sulle responsabilità della tragedia; sul dopo Vajont, su chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso. Dalle loro parole ruvide e coinvolte emergono accuse, notizie, fatti. Leggo molto, leggo sempre, leggo di tutto ma certi argomenti sollecitano ogni volta il mio desiderio di saperne di più. Sin da piccola ho sempre sentito parlare della tragedia del Vajont ma sono nata dopo e solo grazie allo spettacolo di Marco Paolini ho appreso cosa accadde quella notte. La visone del film di Martinelli è stato il passo successivo a cui ha fatto seguito una visita a Longarone, Casso ed Erto, i comuni coinvolti nel disatro e... l'effetto della visione della diga seguendo la strada che conduce da Longarone agli altri paesi è stato uno shock! Un muro di cemento chiude la valle dove quarant'anni fa scorreva il torrente. Un muro impressionante. Vertiginoso, seppur visto dal basso. Meno angosciosa è stata l'immagine del bacino, ormai pieno di terra dove la vegetazione è ricresciuta. Quaranta milioni di metri cubi di terra ricoprono i corpi delle vittime ed i ricordi dei superstiti. Non ricordo esattamente quanti anni i camion dovrebbero lavorare per rimuovere totalmente quanto il crollo del monte Toc ha riempito in pochi minuti; lo ripetono le guide che si susseguono sulla balconata della diga raccontando e spiegando a noi turisti morbosamente curiosi i fatti accaduti in quella notte.Quando ho visto il libro di Corona l'ho preso in mano, l'ho sfogliato, letto la copertina, rivissuto per un istante gli attimi di angoscia provata vedendo lo sbarramento. Ho deciso di acquistarlo per provare a sapere cosa ne pensano "quelli del dopo" quelli che il Vajont lo hanno vissuto sulla loro pelle e che continuano a convivere quotidianamente con una tragedia del passato.Ogni parola pubblicata dal testo ci fa capire quanto siamo consumisti, anche del dolore! Quanto ci piace crogiolarci nel dolore altrui e quanto corta sia la nostra memoria... a meno che non produca vantaggi economici!Ecco un'altra piccola pietra scagliata nel lago, mai completamente svuotato, del Vajont.