Alla fine

Torino, 24 novembre 2006 - PalaMazda


Questa la scaletta: 01 In morte di S.F. 02 L'isola non trovata03 Quello che non 04 Una canzone 05 Noi non ci saremo06 Canzone della bambina portoghese 07 Canzone delle domande consuete 08 Farewell 09 Incontro 10 Vorrei 11 Signora Bovary12 Lettera 13 Eskimo 14 Cirano 15 Su in collina (nuova canzone)* 16 Il vecchio e il bambino 17 Auschwitz 18 Dio è morto 19 La locomotiva  Definirlo solo un concerto sarebbe riduttivo: è uno spettacolo affascinante e coivolgente.Conobbi Guccini anni fa, quando partecipò ad uno dei concerti estivi che si tengono a Dolceacqua patria di Bigi, uno delle anime del Tenco, organizzato proprio per ricordarlo. Ero una ragazzina e poco sapevo di Guccini cantante - Il vecchio il bambino che si cantava in chiesa o La locomotiva che urlavano alle feste dell'unità del mio paese - ne rimasi affascinata.Presentò in quell'occasione una sua nuova canzone: "Canzone per Anna", quando uscì l'album lo acquistai e rimane, sin'ora, l'unico album che posseggo di Francesco Guccini. Come spesso accade ci si allontana da chi si crede diverso e smisi - lo ammetto SBAGLIANDO - di ascoltare le parole delle sue canzoni, nuove e vecchie. Troppo politicizzato, troppo di sinistra... credevo. Si, certo! Di destra non lo è ma la poesia è senza bandiera e le sue parole sono spunti di riflessione sul mondo di quando ero piccina come su quello di oggi. Penso a questo ogni volta che mi accade di ascoltare Dio è Morto... è come ascoltare un telegiornale: alcol, droga, politica corrotta, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto...Mi sono ricreduta, ho ascoltato, cercato di capire, apprezzato. E' stata una lezione di vita: mai chiudersi in sè stessi, mai credere di essere nel giusto senza ascoltare almeno le ragioni degli altri... Retorica? Si, sicuramente. forse domani le mie orecchie torneranno a chiudersi ed il mio cervello smetterà di pensare, però per fortuna oggi non è così.BRAVO GUCCINI...*"Su in collina"ascoltata in anteprima da Edmondo Berselli dell'Espresso che l'ha così definita:"un pezzo "fenogliano"in cui l'epica si dispiega su un tessuto antiretorico, con immagini scabre, paura, sudore, fatica"E' la traduzione dal bolognese di una poesia del poeta dialettale Gastone Vandelli (classe 1921), con musica di Flaco Biondini.Contrariamente a quanto sostiene Berselli il sudore scarseggia, mentre abbonda il freddo."Questa poesia mi ha commosso" ha detto Francesco presentandola in concerto "ed ho voluto tradurla in italiano".La ballata racconta di un gruppo di partigiani che, durante una tormente di neve, si apprestano ad un'azione in Collina, ma quando vi arrivano trovano un loro compagno torturato e ucciso dai "tognìn" ("i nazi infami" ndr).Lo seppelliscono, qualcuno spara un colpo in aria e tutti giurano vendetta, piantando un palo al posto della croce.Poi rientrano alla base, informano i compagni, e da lontano guardano il palo che ricorda dove è stato tumulato il compagno caduto.La scrittura della canzone ha avuto una gestazione molto lunga, abbandonata dopo l'undici settembre, ripresa nel 2006. (Tratto dal sito: Rispieghiamo Guccini per chi era assente)