Alla luce di Dio

Post N° 245


Dalla lettera agli Ebrei Fratelli, la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto. Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.Parola di DioCome vivere questa Parola?L'autore della lettera agli Ebrei non poteva esprimere con maggior forza la potenza della Parola del Signore, così diversa dalle parole degli uomini, fossero pure le più raffinate, illuminate e profonde. Ma quel che ci stupisce è che immediatamente dopo l'autore sacro usa il pronome al maschile. Non dice "davanti ad essa" (= la Parola) ma "a lui". A chi si riferisce se non alla PAROLA VIVENTE, il VERBO "che era presso Dio ed era Dio" e "si è fatto carne" e "pose la sua tenda in mezzo a noi"? Sì, la potenza della Parola è la potenza stessa di Gesù. Quando oggi l'ascolti, le fai spazio in cuore e, come chi costruisce sulla roccia, t'impegni a metterla in pratica, sei in contatto vitale con la persona di Gesù. È Lui che ti penetra, scruta i suoi sentimenti più intimi, fa luce su quello che in te non va e, se lo lasci fare, recide certi bubboni nascosti che stenti tu stesso a riconoscere. Li recide come spada tagliente che ti fa male sul momento, ma con profonda volontà d'amore liberatorio. La voce di un grande padre della ChiesaIl diavolo non si vince con la spada, ma con la Parola di Dio: perciò taccia la lingua dell'uomo, parli la Parola di Dio!S. AmbrogioSant' Antonio Abate Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Conciliio di Nicea. Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. (Avvenire)