Alla luce di Dio

Mail di meditazione


Gesù è diventato il centro di attenzione della folla. Gente che viene da ogni parte, stranieri, originari, oltre che della Giudea e della Galilea, della Transgiordania, dell'Idumea e fin delle parti di Tiro e Sidone. La fama del rabbi che guarisce è giunta lontano e ha prodotto schiere di poveri, di malati, di sofferenti che vanno da Lui per essere salvati.E' come un torrente in piena che travolge il Maestro. Tutti vogliono un contatto fisico con lui, rischiano di travolgerlo, lo schiacciano pur di avvicinarlo, perché conoscono la forza della sua parola e dei suoi gesti, che producono miracoli di guarigione fisica e spirituale. Ma, soprattutto, la folla infinita si è mossa da luoghi diversi in cerca di speranza.Meditando questa pagina intensa di Vangelo, Domenico Sigalini, vescovo e pastoralista, riflette su un possibile nostro atteggiamento e scrive: "Noi guardiamo con supponenza a questa folla che si stringe attorno a Gesù, perché crediamo di essere autosufficienti, di non aver bisogno di un salvatore, perché crediamo che ci salvi la scienza, o il progresso, l'avere denaro e amici. Per le malattie abbiamo gli ospedali, per le depressioni le medicine, per la solitudine le città e le piazze, per i problemi tecnici il progresso, per i contenziosi i tribunali, per gli imprevisti le assicurazioni. Eppure ci riduciamo ancora miseramente a fare la fila dai maghi o dagli spacciatori, ci facciamo incantare dagli imbonitori, abbocchiamo all'ultima moda che ci promette la felicità e l'eternità.Ma alla fine sentiamo che tutto quanto è in nostro potere non basta. Abbiamo bisogno di un salvatore, anche noi uomini e donne del terzo millennio abbiamo bisogno di Dio, cerchiamo anche inconsciamente, un contatto con Lui". Vorrei toccare almeno il lembo del tuo mantello, Signore, come ha fatto la donna malata, in mezzo alla folla. So che da te emana una potenza sanatrice che può riscattarmi dalle mie colpe, dalla pigrizia nel seguirti, dalla poca fiducia che tu mi possa guarire.Parole di un pensatore contemporaneoDio non è mai troppo impegnato o distratto: egli ama ciascuno di noi come se in quel momento fossimo l'unico oggetto del suo amore.R. Guelluy Laura Vicuna nacque a Santiago del Cile nel 1891. Rimasta orfana di padre all'età di due anni, si trasferì con la mamma in Argentina, dove frequentava il collegio delle Suore Salesiane. Morì giovanissima il 22 gennaio 1904, dopo essere diventata la bambina più generosa e simpatica di tutta la scuola. Simpatica ma anche energica quanto bastò per fronteggiare con coraggio le insidie violente che un maniaco le tendeva. La sua figura impressiona per la straordinaria determinazione che questa bambina sapeva esprimere, pronunziando con fermezza il suo proposito: "la morte ma non peccati". E' un invito a riflettere come i bambini sappiano talora essere radicali nelle loro scelte, e come in particolare la bambine custodiscono tesori spesso ignorati. Laura fu beatificata da Giovanni Paolo II il 3 settembre 1988. La sua salma è venerata nella cappella delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Bahía Blanca, in Argentina.