Alla luce di Dio

mail di meditazione


Tutti dobbiamo riconoscerci uguali davanti a Dio, tutti bisognosi gli uni degli altri; nessuno può quindi innalzarsi sugli altri pretendendo di essere più di loro. Nostro modello è Gesù stesso, che si è fatto davvero nostro fratello. È il Signore e poteva farci sentire il suo potere, la sua potenza, la sua autorità: si è messo in mezzo a noi come colui che serve. "Chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve". Gesù ha voluto prendere su di sé tutte le nostre prove, tutte le nostre difficoltà, tutte le nostre debolezze, per essere veramente fratello nostro, dice la lettera agli Ebrei, e non arrossisce di chiamarci suoi fratelli, benché noi siamo tanto inferiori a lui. Lui si è abbassato il più possibile, tanto che nessuno, si può dire, è più in basso di lui. La fraternità, la semplicità fraterna si esprime anche con un affetto fraterno. A questo aspetto di uguaglianza, di semplicità fraterna nell'affetto, si unisce un aspetto più realista, più esigente: la fedeltà fraterna. Non è questione di cullarsi in bei sentimenti. Si tratta di essere veramente solidali gli uni con gli altri, specialmente quando le cose non vanno bene. I due Santi sono frutto prezioso della predicazione e dell'opera del grande apostolo delle genti. Paolo li ha convertiti, se li è allevati con amore cristiano e paterno e ne ha fatto dei fari luminosi e delle guide per l'umanità.Paolo incontra il giovane Timoteo per la prima volta a Listri; egli è figlio di una ebrea e di un pagano; è stato educato nel culto delle Sacre Scritture. Ascoltando l'apostolo e vedendo le opere straordinarie da lui compiute,Timoteo si converte e viene battezzato da Paolo che lo prende con sé. Tutta la sua vita di giovane e di uomo sarà associata a quella di Paolo, di cui diventerà figlio, collaboratore, compagno di viaggio, confidente, amico, erede.Tito è di famiglia greca, ancora pagana, ed è convertito dall'apostolo in uno dei suoi viaggi apostolici; viene ben presto scelto da Paolo come collaboratore, compagno e fratello nell'apostolato.Attraverso Timoteo e Tito l'apostolo ha potuto incarnare quello che è il centro della sua particolare predicazione: la fede in Cristo libera dalla legge, anche se la salvezza viene dai giudei, dalla stirpe di Davide. Ciò che fa la vera elezione è una buona coscienza e la fede in Dio realizzata con le opere della carità. È un concetto ignoto al mondo pagano e ignorato dagli ebrei che fanno dipendere la salvezza dalla circoncisione prescritta da Mosè.Paolo circoncide il discepolo Timoteo e non circoncide l'altro discepolo Tito, che pure porta con sé a Gerusalemme davanti al Concilio degli apostoli. Così nei suoi due collaboratori Paolo circoncisione e gli uomini della non-circoncisione; gli uomini della legge e gli uomini della fede.Paolo ha scritto due Lettere a Timoteo e una a Tito quando questi discepoli erano uno vescovo di Efeso e l'altro di Creta. Sono le uniche Lettere della Scrittura indirizzate a un individuo, con annotazioni molto personali, ricche di ripetizioni e di abbandono, quasi che il vecchio Paolo, mentre istruisce, si confidi e si compiaccia dei giovani rampolli; i quali non l'hanno deluso, fedeli nel servizio, attingendo forza nella grazia che è in Cristo Gesù, rimanendo saldi in quello che avevano imparato e di cui erano convinti, ben sapendo da chi l'avevano appreso.