Alla luce di Dio

meditazione del giorno


Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.Parola del Signore
Come vivere questa Parola?Anche qui Gesù spalanca una finestra su un immenso orizzonte: quello dell’amore. No, non posso starmente nelle strettoie di quello che mi suggerisce l’ego che tenta sempre di avere il telecomando della mia esistenza. Questa persona (di casa o fuori) è onesta buona amabile simpatica; come non amarla? Mi fa perfino dei favori! Come non ricambiarla? Quest’altra persona mi è pietra d’inciampo; così scostante, zotica, nevrastenica, tutta ripiegata in se stessa; a tal punto che ha sempre qualcosa da deprecare nei miei riguardi e l’interesse suo collima proprio con quello che danneggia me! E mi chiedi di amarla? È come ingiungermi di buttarmi in mare dallo scoglio più alto e più a picco.Appunto! È verissimo: da solo non ce la farei mai. Ma Gesù è venuto perché tu abbia quel ‘salvagente attorno alla vita’ che è la grazia della sa morte e resurrezione. È con quel salvagente che puoi gettarti in mare: il mare dell’amore senza sponde. Prova! Prega per chi ti è ostile, o anche antipatico. Prega per chi ti è nemico, o anche solo di carattere ombroso e difficile. Prega per entrare nell’amore più grande.Una della massime fondamentali dei chassidim era: in qualsiasi difficoltà di relazione bloccante, amare di più. 
Signore, ti prego, dammi forza tua per vincere la sua ostilità e quella che tenta di mettere radici profonde in me. Dammi, Gesù crocifisso e risorto, di amarla di più.
Le parole di un testimone-profetaLe persone ti pesano? non caricarle sulle spalle, portale nel cuore.Hèlder Camara
Sante Perpetua e Felicita Martiri + Cartagine, 7 marzo 203 Chiusa in carcere aspettando la morte, una giovane tiene una sorta di diario dei suoi ultimi giorni, descrivendo la prigione affollata, il tormento della calura; annota nomi di visitatori, racconta sogni e visioni degli ultimi giorni. Siamo a Cartagine, Africa del Nord, anno 203: chi scrive è la colta gentildonna Tibia Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un bambino. Nella folla carcerata sono accanto a lei anche la più giovane Felicita, figlia di suoi servi, e in gravidanza avanzata; e tre uomini di nome Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti condannati a morte perché vogliono farsi cristiani e stanno terminando il periodo di formazione; la loro «professione di fede» sarà il martirio nel nome di Cristo. Le annotazioni di Perpetua verranno poi raccolte nella «Passione di Perpetua e Felicita», opera forse di Tertulliano, testimone a Cartagine. (Avvenire)