Alla luce di Dio

meditazione del giorno


Dal libro del profeta Geremia Così dice il Signore: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore allontana il suo cuore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa; quando viene il bene non lo vede. Dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia. Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti. Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni”.Parola di Dio 
Come vivere questa Parola?Geremia, in questa forte parola di Dio, non vuol certo dissuaderci ad avere reciproca fiducia, a non evolvere dentro un progresso umano che, anzi, è voluto da Dio, se orientato al bene, all'amore. Vuol dirci che vive male chi impegna tutte le sue energie per ottenere i beni materiali, ne fa talmente la sua ragione di sicurezza che sostanzialmente ripone in essi tutta la sua fiducia, mentre – magari a poco a poco, quasi senza rendersene conto – abbandona la fiducia in Dio. Si tratta di quel venir organizzando la propria vita indipendentemente dal Signore cercando riparo nelle ricchezze, in tutti i comodi e le sicurezze che questa società postindustriale sembra poterci dare. Ma se Dio non è più il centro del cuore, la causa profonda della nostra pace, tutto il resto è un bene "posticcio" che presto vien meno. Così si capisce bene l'odierno vangelo dove il riccone perde la carta vincente che è la felicità per sempre con Dio nella vita eterna proprio perché, dentro menzognere sicu-rezze, si è chiuso al bisogno di Lazzaro. Deludendo le attese del povero ha squalificato per sempre il suo vero "sé": quello che anela alla GIOIA-AMORE della vita eterna..
La voce di una santa dei nostri giorniUna cosa Gesù mi chiede: che mi appoggi a lui; che in lui e solo in lui io ponga la mia completa fiducia; che mi abbandoni a lui senza riserve. Anche quando tutto va male e mi sento come una nave senza bussola, mi devo dare completamente a lui.Madre Teresa di Calcutta
San Luigi Orione Sacerdote e fondatore Nacque a Pontecurone nella diocesi di Tortona, il 23 giugno 1872. A 13 anni entrò fra i Frati Minori di Voghera. Nel 1886 entrò nell’oratorio di Torino diretto da san Giovanni Bosco. Nel 1889 entrò nel seminario di Tortona. Proseguì gli studi teologici, alloggiando in una stanzetta sopra il duomo. Qui ebbe l’opportunità di avvicinare i ragazzi a cui impartiva lezioni di catechismo, ma la sua angusta stanzetta non bastava, per cui il vescovo gli concesse l’uso del giardino del vescovado. Il 3 luglio 1892, il giovane chierico Luigi Orione, inaugurò il primo oratorio intitolato a san Luigi. Nel 1893 aprì il collegio di san Bernardino. Nel 1895, venne ordinato sacerdote. Molteplici furono le attività cui si dedicò. Fondò la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità; gli Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore Sacramentine. Mandò i suoi sacerdoti e suore nell’America Latina e in Palestina sin dal 1914. Morì a Sanremo nel 1940. (Avvenire)