Alla luce di Dio

meditazione del giorno


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».Parola del SignoreCome vivere questa Parola? Il vangelo odierno ci mostra gli apostoli impegnati in un'accesa discussione: Chi di loro è il più grande? Gesù sembra esserne tenuto fuori, ma "conosce i pensieri del loro cuore", ed eccolo compiere un gesto trasgressivo per un "rabbì". Prende un fanciullo e se lo mette vicino. Un giorno i due figli di Zebedeo chiederanno questo privilegio e Gesù risponderà che "sedere alla sua destra o alla sua sinistra è per coloro per i quali è stato preparato" (Mc 10,40). L'insolito gesto mostra ora chi ne sia il fortunato destinatario: colui che conserva un cuore di bambino. Fuori di ogni poesia, il bimbo è colui che dipende totalmente dagli altri. L'affidarsi all'adulto è per lui una necessità vitale. Siamo, quindi, dinanzi a un gesto che va molto oltre a un'espressione di tenerezza: Il bambino è l'immagine dell'uomo colto nella sua creaturalità, nel suo essere in una relazione di dipendenza dal Creatore. Proprio ciò che il peccato tende a negare. La stessa discussione degli apostoli lo mette in luce: non si vuole sottostare a nessuno. Si cerca in ogni modo di primeggiare, di affermarsi. Farsi come bambini non vuol dire, allora, cadere in forme di infantilismo, ma riconoscere ed accettare la propria dipendenza da Dio e interdipendenza tra noi. Viene così ad emer-gere la nostra vera immagine che, per volontà di Dio, coincide con la sua. Sì, siamo "immagine di Dio". È questa la nostra vera grandezza. Ma l'immagine è tutta relativa a Colui che essa riproduce. Voler eliminare questo fondamentale rapporto è vanificare la stessa immagine. E non è qui, in fondo, la radice del nostro disagio esistenziale?Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze.Io sono tranquillo e serenoCome bimbo svezzato in braccio a sua madre,come un bimbo svezzato è l'anima mia.La voce di un Dottore della ChiesaQuando leggo certi trattati spirituali nei quali la perfezione viene rappresentata attraverso tante intricate difficoltà, il mio spirito non tarda a stancarsi. Prendo allora in mano la Sacra Scrittura. E tutto mi diventa luminoso: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon DioS.Teresa di Gesù Bambino Santi Lorenzo Ruiz di Manila e 15 compagni  † Nagasaki, 1633-37 Nella prima metà del secolo XVII (1633-1637) sedici martiri, Lorenzo Ruiz e i suoi compagni, versarono il loro sangue per amore di Cristo nella città di Nagasaki in Giappone. Questa gloriosa schiera di appartenenti o associati all'Ordine di san Domenico, conta nove presbiteri, due religiosi fratelli, due vergini consacrate e tre laici fra cui il filippino Lorenzo Ruiz, padre di famiglia (m. 29 settembre 1637). Invitti missionari del Vangelo tutti quanti, pur di diversa età e condizione, contribuirono a diffondere la fede di Cristo nelle Isole Filippine, a Formosa e nell'Arcipelago Giapponese. Testimoniando mirabilmente la universalità della religione cristiana e confermando con la vita e con la morte l'annunzio del Vangelo, essi sparsero abbondantemente il seme della futura comunità ecclesiale. Giovanni Paolo II ha beatificato questi gloriosi martiri il 18 febbraio 1981 a Manila (Filippine) e li ha iscritti nel catalogo dei santi il 18 ottobre 1987. (Mess. Rom.)