Alla luce di Dio

meditazione del giorno


Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».Parola del Signore Come vivere questa Parola?Oggi Gesù ci invita alla vigilanza perché non sappiamo quando verrà il Figlio dell'uomo. Si tratta di una vigilanza non per timore del castigo ma per amore di Colui che ci vuole molto bene, che ci ha amato così tanto da crearci, salvarci e darci un' eredità di vita eterna.In tutto questo capitolo dodici, Gesù ci richiama con forza, ma anche con intenso desiderio e compassione, a seguire lui, Via Vita e Verità, e a comportarci secondo il suo insegnamento. La morte è una misteriosa realtà che ognuno deve accostare con la consapevolezza che Gesù l'ha vinta e quindi anche noi possiamo accedere alla vita eterna. Però bisogna che ognuno faccia la sua parte: sia vigilante.La vigilanza di cui parla Gesù, è un'attenzione centrata su Dio e sulle cose di Dio nella quotidianità. ? vivere la vita pienamente da veri cristiani che sono in cammino con Dio e aspettano con gioia il ritorno del Signore Gesù. Beati loro!Gesù, aiutami a vedere la morte come un momento di passaggio, la vera nascita ad una vita incantevole e senza fine, insieme con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e con tutti quelli che mi hanno preceduto.La voce di un testimone di oggiOrmai per l'uomo non si tratta più di temere il giudizio e di meritare la salvezza, bensì di riaccogliere l'amore nella fiducia e nell'umiltà. Gesù è risorto!Oliver Clément Santa Maria Bertilla Boscardin Vergine Gioia di Brendola (VI), 6 ottobre 1888 - Treviso, 20 ottobre 1922 Nata nel 1888 in provincia di Vicenza, in una famiglia contadina, con l'aiuto del parroco, entrò nel 1905 nelle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Divenuta infermiera, lavorò nell'ospedale di Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito, infaticabile nell'aiutare le consorelle. Nonostante fosse stata colpita da un tumore a soli 22 anni, continuò con impegno il proprio lavoro, reso più faticoso dalle difficoltà e dalle tensioni della prima guerra mondiale. Mandata a Como, soffrì molto per l'incomprensione di qualche medico e della propria superiore senza mai lamentarsi o protestare. Tornata a Treviso, riprese il suo lavoro in ospedale nonostante l'aggravarsi della malattia. Morì a 34 anni, nel 1922. La sua grandezza spirituale sta nell'aver cercato nella fatica, nell'umiltà, nel silenzio, un'unione con Dio sempre più profonda. Le sue spoglie si trovano ora a Vicenza, nella Casa madre della sua comunità. (Avvenire)