Alla luce di Dio

meditazione del giorno,baci Robi


Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.Parola del Signore Gesù è indignato, rattristato, addolorato per la durezza dei cuori dei farisei che l'hanno fatto venire in sinagoga per vedere se guarisce il povero uomo con la mano inaridita. A loro dell'uomo non importa nulla, Gesù, invece, lo mette nel mezzo, per lui è importante, lo tiene nel suo cuore, lo ama con tenerezza. Non così i farisei che pensano di onorare Dio oltraggiando l'uomo, che mettono la Legge al di sopra dell'amore e del bene della persona. Gesù è addolorato per tanta durezza spacciata per devozione, turbato da tanta miopia. E soffre. E rischia. L'uomo viene guarito, e questo gesto, interpretato come una sfida (!) invece di addolcire il cuore dei farisei lo indurisce: si radunano per capire come far fuori Gesù. Come sarà per Lazzaro, Gesù rischia del suo, si mette in gioco, accetta di portare le conseguenze delle sue azioni per salvare una vita. San Paolo supera questa durezza e si converte ma, ahimè, dovrà lottare contro un nuovo tipo di ipocrisia, quello dei discepoli provenienti da Gerusalemme che pretendono di imporre il giogo della Legge sui neoconvertiti provenienti dal paganesimo. I farisei ancora fanno molti adepti, anche nelle nostre comunità. Viviamo con una consapevole leggerezza e mettendo sempre nel mezzo le persone, e non le regole, la nostra fede cristiana! San Germanico Martire Martirologio Romano: A Smirne nell’odierna Turchia, passione di san Germanico, martire di Filadelfia, che, al tempo degli imperatori Marco Antonino e Lucio Aurelio, fu discepolo di san Policarpo, che egli precedette nel martirio: condannato dal giudice nel fiore dell’età giovanile, mettendo da parte per la grazia di Dio ogni timore per la fragilità del suo corpo, fu lui stesso a incitare contro di sé la belva a lui destinata.