Mirrors and thoughts

Post N° 356


Cannes secondo me
- My blueberry nights di Wong Kar Wai: non si sarà occidentalizzato troppo? Raccontare una storia d'amore all'americana non è proprio quello che ci si aspettava dal regista di In the mood for love. Chissà che il suo stile non ne esca deturpato e che la musica di Norah Jones non ci permetta di chiudere un occhio.- Une vieille maitress di Catherine Breillat: film francese in costume, gli intrighi e i cornificamenti dei nobili del 1800...come la mayonese light insomma!- Les chansons d'amour di Christophe Honoré: film sull'amore, sulla musica, sull'amore nella musica o sull'amore per la musica. Vi siete già stancati?- Le scaphandre et le papillon di Julian Schnabel: storia emozionante. Cannes riuscirà a escludere regia e scenggiatura dal plot?- Yasamin kiyisinda di Fatih Akin: film sul viaggio come metafora dei cambiamenti esistenziali, argomento trito e ritrito.- No country for old men di Joel e Ethan Coen: torna con i fratelli Coen uno stile cattivo tipico del primo Ferrara, coraggioso e interessante.- Zodiac di David Fincher: un thriller in concorso?  Sicuramente Fincher non potrà più realizzare un film come Fight club e questo, per quanto cupo e affascinante, si avvicina più al flop Panic room. - We own the night di James Gray: storia di mafia e amore filiale come nei migliori De Palma e Scorsese. Candidato alla palma!- Mogari no mori di Naomi Kawase: è difficile comprendere la sensibilità nipponica e la pedisposizione verso la natura per un europeo medio.- Breath di Kim Ki Duk: questo regista merita riconoscimenti. E il suo nuovo film anche.- Promise me this di Emir Kusturica: Kusturica è la fantasia di Tim Burton e la libertà di Quentin Tarantino. I suoi film sono come quadri di Pollock che possono lasciare sconvolti quanto interdetti.- Secret sunshine di Lee Chang Dong: film d'amore e mille problemi, compreso quello di tenere gli occhi aperti per due ore forse.- 4 Months, 3 weeks and 2 days di Cristian Mungiu: film (antropologico) duro, troppo per i benpensanti del festival?- Tehilim di Raphael Nadjari: esordio (!) di un regista ambizioso (!)- Silent light di Carlo Reygadas: lezioso e pretenzioso.- Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud: animazione ispirata a un fumetto in lizza per la palma d'oro?- Import/Export di Ulrich Seidl: grottesco e sgraziato da un linguaggio sfacciatamente violento (e volgare), la critica apprezzerà?- Alexandra di Alexander Sokurov: drammaticità russa, guerra cecena, la tenerezza del rapporto nonna-nipote, dove sono le sviolinate serbe?- Death proof di Quentin Tarantino: come portare sul grande schermo sbudellamenti e sventramenti anche un po' trash che difficlmente facciano trattenere la risata.- The man from London di Béla Tarr: ci vuole coraggio, e autostima, per fare un film ispirato a un romanzo del caro Simenon. Speriamo che lo sforzo non sia stato vano.- Paranoid park di Gus Van Sant: ancora un film di adolescenti, non per adolescenti, e questo si vede, e si apprezza. Candidato alla palma!- The Banishment di Andrej Zvagintsev: bel film, di nicchia però.