Mirrors and thoughts

Post N° 363


BANGCRASHBLOOOOOOOOD
Lontani i tempi in cui il pulp scandalizzava i critici puristi e i cinephile remissivi, questo è il tempo del cool, del trash che si fa cult nel segno di Tarantino. Death proof non è una pellicola debordante, che fa chiudere un occhio per la paura mentre l'altro si fa coraggio per sbirciare, non è un film in cui il sangue rosso sembra sgorgare dal grande schermo e annebbiare la vista del pubblico. Non sorprende, almeno non per quegli aspetti stilistici cui eravamo già abbondantemente preparati. Il contenitore (poppissimo) predomina sul contenuto e non importa cosa si voglia dire, ammesso che ci sia un'intenzione propositiva: conta solo la modalità descrittiva, la smania di dire e di mostrare qualcosa di... impressionante, perfino demodé. Tarantino sfodera tutta la sua arte collezionistica in un film che può deludere solo chi aveva riposto aspettative de gener-at-e e ipnotizza i suoi fan strizzandogli l'occhio dal primo all'ultimo frame. E si esce dalla sala con la sola amarezza di non veder (ancora) conclusa questa "miniserie" che i due amiconi marpioni si sono divertiti a girare e infarcire del loro gusto così sfacciatamente splatter ma mai disgustoso.