Mirrors and thoughts

Post N° 366


Aggiornamenti critici dalla festa di Roma:Youth withou youth doveva essere il grande ritorno di Coppola, che deve essere andato oltre le origini perché pare abbia dimenticato il cinema "classico" che ha da sempre offerto al grande pubblico. I titoli di testa in stile retrò promettevano bene, ma poi il film risente di uno sforzo di pretenziosità che fin dall'inizio stanca lo spettatore. La trama è alquanto contorta, intrisa com'è di elugubrazioni filosofiche e fanta-scientifiche che scadono nel nonsense gratuito. L'interpretazione di Tim Roth è, come sempre, priva di grumi, ma l'invecchiamento al quale è stato sottoposto, così come certi artifici grafici degni di un regista alle prime armi rendono il film indigesto e, soprattutto, imperdonabile nelle sue oscene riverenze teatrali a Lynch.Elizabeth: the golden age è un film insulso, come le contraddittorie dichiarazioni dei suoi attori e del regista avevano già fatto intuire. La storia della regina vergine che si lascia affascinare da un pirata tuttofare che riuscirà quasi da solo a sconfiggere l'invincibile armata spagnola e il background dei tradimenti e delle vicende rosa che si svolgono senza troppa preoccupazione a corte fanno di questo film in costume una pellicola soporifera. Salvate la regina Blachett perché da sola regge tutto l'impianto: la sua immedesimazione nella donna debole che celava le sue paure sotto il manto delle smanie di successo è l'unica cosa gradevole di quest'opera.Era difficile riprodurre in maniera sbagliata la storiella di Seta di Baricco eppure Girard non solo ci è riuscito, ma addirittura ha fatto di Silk la trasposizione peggiore dell'opera letteraria. Questo film è perfino più noioso del libro e chi è in sala e non ha letto il racconto del caro Baricco finisce pregando da inizio a fine che qualcosa succeda, un colpo di scena, un momento di suspense, un secondo di azione. E quando si alza da una poltroncina nella quale si era agevolemente accomodato non gli resta che sopprimere l'ennesimo maleducato sbadiglio. Se è vero che s'insinuava il dubbio che queste "grandi e prestigiose" premiere fossero soltanto il rifuso di una Venezia lontana, per livelli artistici e per sistema organizzativo, non ci resta che abbasare la testa sospirando un amaro touché.