Mirrors and thoughts

Post N° 390


31 marzoMio nonno è andato via il giorno del suo compleanno. Aspettava ogni anno quel giorno per vedere riunita la sua famiglia, per vedersi festeggiato, per vederci festeggiare. La vita è come quel fiore di primavera che con un soffio si porta via, ma tra le mani e dentro agli occhi qualcosa ci rimane. Lui è scampato ai nazisti, è sopravvissuto alla guerra: ne aveva vissuti di dolori che Qualcuno lassù avrebbe potuto risparmiargli di vivere anche il resto di una vita senza l'amore della donna che amava, strappata troppo presto ai suoi figli, rubata senza pietà a mio padre. Lui ha combattutto le miserie di una vita troppo dura dentro, nel groviglio di quartieri che non gli davano spazio e gli rubavano ogni sforzo. Lui voleva fare sempre tutto da solo perché non aveva bisogno d'aiuto, anche quando era necessario. Lui indossava quel cappello che mi faceva pensare ai boss dei film americani e io gli portavo rispetto guardandolo con timidezza dal basso verso l'alto, ero piccola e lui mi sembrava un omone in doppiopetto dal volto severo ma pieno d'affetto. Lui giocava con la sua solitudine a carte, un solitario che doveva vincere a ogni costo. Lui aveva ogni mattino sul comodino un quotidiano, le sigarette e il caffè senza zucchero e li consumava fino alla sera oltre i divieti, con un sorriso. Lui aveva chiesto a Dio di vivere almeno fino ai 90 anni. Noi avevamo pregato con ingenuità che non ci lasciasse mai, ma adesso un'unica consolazione mi lascerebbe sospirare: il pensiero che lui sia insieme a mia nonna, che l'abbia ritrovata sotto un cielo più azzurro e che possa tornare a gioire del suo amore. Perché l'amore è la sola forza che ci fa andare avanti, che ci fa aspettare, che non ci svuoterà mai il cuore dei ricordi belli di una vita insieme.
I giardini di marzo - Lucio Battisti