Mirrors and thoughts

Post N° 413


IncisioniIn questi giorni mi rendo conto che mia sorella aveva ragione: qualche anno fa mi aveva regalato un ciondolo d'argento che sembrava una moneta e che aveva inciso il volto di Medusa. Era all'ultimo anno del liceo classico, quindi era qualcosa in più di qualche anno fa, ed era andata in viaggio in Grecia. Era la settimana del mio compleanno. Le avevo chiesto come mai proprio Medusa. E lei mi aveva sorriso spiegandomi, da futura psicologa che sta diventando, che sotto quei serpenti che avevano trasformato quella creatura in un mostro abominevole era nascosta una forza che mi manca: l'aggressività. Quel ciondolo l'ho messo a ogni esame. Una professoressa d'Antropologia culturale se l'è guardato per tutto il tempo del mio esame al secondo anno d'università. Parecchie persone pensano che sia una moneta banale. Invece non lo è. E' il simbolo di qualcosa che mi rammarico di non avere. Il suo significato è una nota in meno alla mia sensibilità. E' quello che vorrei e non riesco a inventarmi. A volte le forme nascondono sensi profondi. Li celano forse intenzionalmente. Resta però il fatto che conta quello che si sa e non quello che non si sa. Le deduzioni e le intuizioni galleggiano, ma possono essere vuote. Le superfici possono essere lisce o ricce, ma possono contenere oltre uno strato mille altri ancora. Dentro.