ALTAFORTE

PRODI E L' IMPERIALISMO BANCARIO


Perché l’attacco di Monti: il regno che vuole Prodi e’ un tradimento dell’Impero Caro Direttore, leggo una notizia evidentemente “disturbante” e seminascosta nei quotidiani. A seguito dell’operazione Telecom, l’ex commissario europeo Mario Monti ha tuonato contro il governo occulto delle banche e la politicizzazione dell'economia. Come mai questo attacco a Prodi e al suo amico il banchiere Bazoli? Che cosa sta accadendo? I poteri forti si sono forse spaccati oppure è soltanto una finzione? Lettera firmata da Corinaldo (Ancona) Caro amico, mi sembra che Lei abbia colto una questione centrale. Evidentemente voi di Corinaldo capite le cose più di altri. Come ha anticipato il nostro Italian Outloook la scorsa settimana, il Presidente del consiglio in carica si è creato un vero partito economico e si sospetta che vi sia persino un asse segreto con Zapatero. La cosa era tollerata in certi ambienti fin quando questo partito era limitato alla banda della vecchia sinistra Dc e alla piattaforma di potere creatasi tra Prodi e il banchiere cattolico anti-Vaticano Bazoli (quello che si era ingrassato mangiandosi l’Ambrosiano del povero Roberto Calvi). Ma l’operazione Telecom ha fatto saltare certi equilibri: ormai la galassia prodiana è cresciuta troppo invadendo il terreno delle banche laiche dei vecchi poteri forti italiani, coinvolgendo innanzitutto Mediobanca e persino Generali (imparentata con Lazard). Così l’ex commissario europeo Mario Monti ha denunciato questa "anomalia": ha segnalato a chi di dovere che in Italia le banche sono sfuggite ai sacri principi del globalismo mettendosi al servizio privato di un certo Prodi. Le banche sono il potere mondiale. Sono loro che guidano la politica degli Stati e non viceversa: non possono mettersi al servizio di un gruppo politico di parte. In Italia Prodi è stato per 30 anni un autorevole referente della galassia di interessi bancari e industriali in gran parte extra nazionali, facente capo alla fine ai soliti Rothschild. Soltanto perché era il servitore di questi poteri, il Professore di Bologna è stato scelto nel 1996 come leader dell’Ulivo incaricato di le privatizzazioni. Altrimenti perché proprio lui? Perché gli stessi ex comunisti, così bisognosi di comprensione internazionale, avrebbero dovuto cedere il comando a uno sconosciuto manager dello Stato italiano rimasto disoccupato dopo lo scioglimento dell’IRI? Continua qui COMEDONCHISCIOTTE