Il Council on Foreign Relations (CFR), il centro studi USA con radici in Inghilterra che ha già sponsorizzato la campagna dello “Scontro di civiltà” di Samuel Huntington, è venuto allo scoperto con la proposta di indurre le nazioni del mondo a ridimensionare la propria sovranità nelle questioni economiche, monetarie e finanziarie, abdicando alla dittatura di una moneta unica mondiale. La proposta è contenuta nel numero di maggio-giugno di Foreign Affairs, la rivista del CFR, ed è firmata da Benn Steil, direttore di economia internazionale del CFR, sotto il titolo
“La fine della moneta nazionale”. A proposito delle sfide poste dalla crisi monetaria Steil sostiene che la soluzione “non è il ritorno ad un mitico passato di sovranità monetaria, in cui i governi controllano gli interessi locali ed i tassi di cambio beatamente ignorando il resto del mondo. I governi debbono rinunciare alla nozione fatale secondo cui la nazionalità esige che loro emettano e controllino il denaro usato sul loro territorio. Le monete nazionali ed i mercati globali semplicemente non vanno d’accordo, ma possono piuttosto costituire una miscela fatale di crisi monetarie e tensioni geopolitiche e creare prontamente pretesti per il deleterio protezionismo. Per globalizzare con sicurezza, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario e abolire le monete indesiderate che sono la fonte di gran parte dell’instabilità attuale”. Il punto di riferimento storico di Steil per questo progetto è l’epoca d’oro dell’impero britannico, alla fine del XIX secolo. “Le lezioni della globalizzazione su base aurea nel diciannovesimo secolo devono essere semplicemente ristudiate — scrive Steil — ... giacché lo sviluppo economico al di fuori del processo di globalizzazione non è più possibile, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario. I governi debbono sostituire le monete nazionali con il dollaro o l’euro, o, nel caso dell’Asia, collaborare nel produrre una nuova moneta multinazionale su un’area paragonabilmente estesa e diversificata economicamente . ... Per la maggior parte dei paesi più piccoli e poveri sarebbe la cosa migliore adottare unilateralmente il dollaro o l’euro, che consentirebbe loro un’integrazione sicura e rapida nei mercati finanziari globali. I paesi dell’America Latina debbono dollarizzare, i paesi dell’Europa orientale e la turchia debbono euroizzare.” Continua qui
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