ALTAFORTE

KISSINGER HA DISTRUTTO L' IRAQ


STATI UNITI - «Io parlo con Henry Kissinger più che con qualunque altro», confidò Dick Cheney nell’estate 2006 al celebre giornalista Bob Woodward: «Lui viene qui senza appuntamento, penso almeno una volta al mese; ed io e Scooter [Libby] stiamo ad ascoltarlo».Bob Woodward ha riportato questo particolare nel suo ultimo libro, assai critico su come la Casa Bianca ha gestito la guerra in Iraq, quanto gli altri erano stati laudativi: «State of Denial».Per la precisione, a pagina 406.E aggiunge di suo: «Anche il presidente riceveva senza testimoni Kissinger ogni due mesi circa, sì che l’ex segretario di Stato risulta il più regolare consigliere di Bush negli affari esteri» fuori dalla cerchia interna presidenziale.Woodward ha detto poi di aver ricevuto una telefonata furiosa di Cheney, che lo incolpava di questa specifica rivelazione.La cosa si spiega: Henry Kissinger non è mai stato annoverato fra i fedelissimi di Bush figlio.Ha mantenuto una ostentata distanza critica fra sé e i neocon super-israeliti.In qualche modo, lo si assegna più al gruppo dei «realisti», se non ostili, scettici e perplessi di fronte alla crociata anti-islamica scatenata da Wolfowitz, Perle, Feith e Cheney.Ha da difendere la reputazione di padre nobile della realpolitik, di metternichiano pragmatico; dispassionato, oggettivo mediatore.E’ il suo lucroso mestiere da quando ha fondato la Kissinger Associates, che fornisce pregiatissime consulenze a pagamento, a multinazionali ed a Stati, sulle grandi questioni mondiali.E’ probabilmente per questo che il Vaticano lo ha voluto fra i suoi più influenti consiglieri, e chissà quanto paga per le sue sentenze.Ora si scopre che Kissinger era vicinissimo a Bush mentre decideva la guerra all’Iraq.E non per dargli buoni, pragmatici, «realistici» consigli, magari dissuasivi.Lo si scopre dalla lettura (che ho fatto in ritardo) di un articolo del britannico Telegraph, del 15 ottobre 2006, intitolato: «There was a plan for Iraq, but it was torn up», ossia: «Un piano per la ricostruzione dell’Iraq c’era, ma fu stracciato».Quell’articolo raccoglieva le amare memorie del generale a riposo Jay Garner: ossia dell’uomo (chi lo ricorda?) che fu messo dal Pentagono di Rumsfeld a gestire, come governatore occupante, il dopo-guerra iracheno.Continua qui EFFEDIEFFE