Non verrà trasmesso

Chavez, ancora!


Sarà veramente dispiaciuto, nella sua casa di Miami, il povero Omero Ciai (corrispondente per l'America Latina, de La Repubblica). Si sentirà davvero impotente se, nonostante abbia provato con tutti i mezzi a sua disposizione, Hugo Rafael Chavez Frias è ancora e di nuovo presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela."Ma durerà solo, finché durerà il petrolio!" Ha già detto il giornalista all'indomani della festa per la nuova vittoria. "Certo, potrebbe essere vero, ma il leader del Movimento V Repubblica dal '98 ad oggi ha vinto circa 10 elezioni, senza che gli organismi adibiti al controllo della regolarità riscontrassero alcunché di anomalo" potrebbero rispondergli i numeri.Già perché i numeri questa volta hanno fatto ancor più la voce grossa: 60% abbondante e vittoria in tutti gli Stati che compongono la nazione. Così nonostante le accuse di autoritarismo Chavez si appresta a governare il suo Paese per i prossimi 7 anni. Rosales e con lui la sua coalizione composta da Mas, Primero Justicia e Copei se tornano a casa sconfitti, senza neanche avere la forza di gridare al broglio che non c'è stato.Adesso per il rieletto Presidente si prospetta una sfida avvincente: mantenere il prezzo del greggio venezuelano sopra i 50 (il petrolio del Paese è particolare e se il suo prezzo scende sotto 50 dollari al barile, il lavoro di raffinazione non conviene) e tentare un integrazione Sud-Sud con i Paesi dell'America Latina e con altri partner extracontinentali (vedi Iran, India, Cina, ecc.).Gli introiti del petrolio gli servono per continuare le sue misiones, ovvero le politiche sociali che stanno tentando di riscattare la popolazione più povera, per dirigerla verso un minimo di assistenzialismo scolastico e medico. Gli servono però anche per mantenere un alto tasso di contrattualità con le altre potenze del globo. Il petrolio del Venezuela serve molto anche a Cuba, che col plan Milagros, scambia greggio per know tecnologico e dottori.Per quanto riguarda le integrazione Sud-Sud, senza scordarsi che uno dei principali partner commerciali di Caracas resta Washington, è innegabile notare lo spostamento dell'asse Latino verso sinistra. Chavez mira alla formazione di un mondo multipolare dove anche il Sud possa competere da pari a pari con le amministrazioni Usa. Per questo si è rivolto ad AhmadiNejad per stipulare contratti a carattere commerciale, senza escludere a priori un interessamento in politica energetica. Ma non solo, se è pur vero che Lula e Kirkner non sono Chavez, è anche vero che i tre Paesi si stanno avvicinando creando spazi e presupposti per una nuova vita del continente SudAmericano.Quindi si rassegni Omero Ciai, potrà continuare a scrivere cosa vuole di Chavez, ma dovrà sopportarlo per altri sette anni.Il Direttore