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L'Etiopia invade la Somalia


Si fa sempre più confusa la scena in Somalia. Dopo aver assistito in estate all'ascesa del gruppo fondamentalista delle Corti Islamiche, abbiamo assistito all'intervento dell'Etiopia che, appoggiata dagli Usa, si è mossa in aiuto del Governo Federale di Transizione (Tgf) somalo. Infine negli ultimi giorni è stata la volta dell'intervento diretto degli Stati Uniti che hanno bombardato il sud del Paese, dove, a loro avviso, si nascondevano militanti di Al Qaeda.Dalla cacciata di Siad Barre nel '91, l'ex colonia italiana non ha visto giorni di pace. Nel '95, il fallimento della missione Onu “Restore Hope”, consegnò il Paese nelle mani dei Signori della Guerra, capi tribù con milizie paramilitari al seguito, che si spartirono il controllo della Somalia. L'insicurezza e le violenze furono fra i motivi principali che spinsero la popolazione civile ad appoggiare le Corti Islamiche. Queste, soltanto sei mesi fa, conquistarono tutto il sud e il centro del Paese. Tuttavia nel Dicembre passato, l'Etiopia, interpretando la risoluzione Onu 1725 (che dava il via libera a una forza internazionale regionale con il compito di “mantenere la sicurezza a Baidoa”, sede del governo provvisorio) e con il sostegno Usa, ha invaso la Somalia e con raid aerei e ingenti forze di terra, ha riportato il Tgf al potere su tutto il Paese. Ma nemmeno adesso la situazione sembra volgere alla calma. Il 9 e il 10 Gennaio gli Usa hanno bombardato Badel, un piccolo centro dove si nascondevano i presunti responsabili degli attentati contro le ambasciate Usa di Tanzania e Kenya, causando centinaia di morti. Questi fatti hanno infiammato la popolazione civile, che già mal sopporta la presenza etiope. E mentre i War Lords si sono detti pronti a deporre le armi ed entrare nell'esercito regolare, il parlamento ha tolto la fiducia al suo presidente Sharif Hassan, considerato troppo vicino alle Corti.Il Direttore