Non verrà trasmesso

“Israele sparirà da sola”


Intervista ad uno sciita italiano e romano.Lontano dalla grande moschea dei Monti Parioli, dalla parte opposta della città, si trova il centro sciita “Imam Mahdi”, un'associazione nazionale che vede i suoi punti più importanti a Milano e nella capitale. Abbiamo incontrato uno dei suoi componenti.D: Iniziamo parlando di Iraq. I media stanno presentando il conflitto fra sciiti e sunniti come un conflitto confessionale?R: Per iniziare, questa guerra è stata scatenata su false premesse: non c'erano armi di distruzione di massa. Inoltre per gli Usa è diventata un vero pantano. Chi trae benefici è solamente Israele, che è stato il motore principale di questa guerraIl conflitto confessionale non esiste. Se guardiamo la storia dell'Iraq, non c'è mai stato questo odio, questa divisione. Crediamo tutti nel Profeta e nel Corano. Esistono alcune differenze di natura teologica e giuridica. Purtroppo l'unità dei musulmani dà fastidio e si è sempre cercato di creare una divisione etnica e confessionale. I fattori destabilizzanti sono due, le forze occupanti, che seminano discordia nel mondo islamico per controllarlo meglio. L'abbiamo sempre ribadito: la divisione serve solo agli Usa e al Sionismo. Il secondo fattore è rappresentato da alcune correnti eretiche dell'Islam, che si prestano molto bene a questo gioco. Tali componenti non nascono in Iraq, ma vengono da fuori, ad esempio dalla Giordania.D: Un esempio è il giordano Al Zarqawi, figura di spicco di Al Qaeda, che per primo ha portato elementi antisciiti?R: C'è molto da dire sulla reale esistenza di questa figura. Dalle fonti che conosciamo, le principali figure di Al Qaeda erano tutte sul libro paga della CIA. Come musulmani, quello che possiamo dire è che tutta una serie di azioni, che sono state attribuite a questa organizzazione, sono in netto contrasto con la legge islamica.D: Che ne pensa del possibile conflitto in Libano?R: Il nodo centrale è il tentativo di presentare i fatti libanesi come scontri fra sciiti e sunniti. Tutto ciò è assurdo. Non è una guerra confessionale, ma uno scontro aperto e reale fra chi vuole difendere gli interessi e l'indipendenza del Libano e chi invece lavora per interessi stranieri, in particolare statunitensi. All'interno di questi due fronti ci sono componenti sunnite, sciite, cristiane e laiche. Il Presidente Lahoud, è cristiano ed è uno dei principali oppositori del premier Siniora, come Aoun, cristiano e generale dell'esercito. Allo stesso tempo ci sono degli pseudoreligiosi sciiti nello schieramento opposto ai due grandi movimenti: Amal e Hezbollah.D: Nel Giorno della Memoria, il Presidente iraniano Ahmadinejad ha dichiarato che Israele sparirà presto. Condivide queste affermazioni?R: Ahmadinejad ha fatto delle considerazioni, come molti analisti, anche israeliani. Ha valutato quella che è la situazione mediorientale ed ha tratto la conclusione che Israele per una serie di motivazioni è destinata in breve a collassare, sull'esempio dell'Unione Sovietica.D: Intende come Stato o come sfera di influenza?R: Come Stato. I principali elementi sono la condizione demografica e la base artificiale sulla quale Israele è stato creato. Israele è stato creato distruggendo un'altra nazione. Prima pensiamo a quello che è successo nel passato e, solo dopo, a quello che succederà nel futuro: un popolo è stato reso profugo. Questo va considerato come una premessa prima di parlare di tutto il resto. Come musulmani crediamo che se un'entità è basata sull'ingiustizia, questa prima o poi crollerà. Ciò però non vuol dire che, siccome prevediamo il collasso d'Israele, vogliamo la cancellazione degli ebrei dalla Palestina. Questo è ciò che si vuol far credere, strumentalizzando il messaggio.D: Cosa proporrebbe come soluzione per una pace in Medioriente?R: Israele fu creato in quanto Stato ebraico, con delle premesse di tipo razzista: ci sono dei cittadini di serie A e di serie B. Storicamente in Palestina, ebrei, cristiani e musulmani hanno sempre convissuto pacificamente. La soluzione è quella di creare un unico Stato non basato su criteri etnici che riconosca i diritti e i doveri degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani. Tutto ciò però, non significa dimenticare i crimini che sono stati commessi e chi ne è stato responsabile.IlDirettore