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Srebrenica: i fatti


Era l'estate del 1995, luglio per essere precisi. Nella vecchia Europa si stava combattendo da tre anni una spaventosa guerra interetnica. I tempi in cui il Maresciallo Tito (al secolo Josip Broz) con il pugno di ferro teneva insieme tutta la confederazione erano ormai lontanissimi.Srebrenica era un'enclave musulmana nella zona serbo-bosniaca della Bosnia. Srebrenica era un area di sicurezza sotto la protezione delle UNPROFOR (le forze di protezione delle nazioni unite) ed in particolare erano di stanza le truppe olandesi.L'11 luglio 1995 l'inferno calò su Srebrenica. Le truppe serbo-bosniache comandate da Ratko Mladic e Radovan Karazdic occuparono la città. Dopodiché deportarono e uccisero ottomila uomini di età compresa fra i 12 e i 77 anni, con una sistematicità ed una crudeltà da far ricordare i massacri di ebrei perpetrati nella Seconda Guerra Mondiale.Le immagini sconvolsero l'Europa, ma ancora di più sconvolse il mancato intervento dei caschi blu olandesi. Le risoluzioni dell'Onu fino ad allora votate non davano infatti potere di intervenire, né tantomeno mettevano a disposizione i mezzi per un potenziale scontro a fuoco.In seguito al massacro furono inaugurati un cimitero e furono piantati degli alberi, ai quali vennero dati i nomi delle vittime, per fa sì che il ricordo restasse vivo.Il Direttore