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La mia seconda patria


(lago Atitlan, Guatemala, all'alba)Il Messico, per me, è una seconda patria: è una terra che mi ha visto crescere, da un punto di vista esperenziale e intellettuale, cui sono  legato da vincoli affettivi e dalla condivisione di sensazioni. In Messico ho conosciuto la persona che è diventata mia moglie; ritrovo, ogni volta che ci torno, una famiglia allargata composta da almeno 20 persone di età compresa tra i 5 e i 70 anni, rivedo i luoghi che mi sono cari e che, col tempo, sono diventati mete di rivisitazioni che li hanno arricchiti di suggestioni e sfumature emotive. Adoro il cielo del Messico, le sue prospettive sconfinate, l'ironia del carattere nazionale che riesce a non drammatizzare neanche le situazioni più disagevoli. Amo le sue montagne, i  fiumi che scorrono a serpentina tra la sierra e il fondovalle, gli altopiani estesi a perdita d'occhio popolati da campi di mais o di fragole, le foreste tropicali lambite dal Pacifico o dal mare dei Caraibi, le lagune circondate da mangrovie, la selva Lacandona con i suoi tesori archeologici, vestigia di popolazioni antiche, che marca la frontiera del Guatemala. Del Guatemala amo quella sfumatura malinconica che colgo negli occhi delle persone, la dolcezza dei suoi laghi circondati da vulcani, lo splendore di Tikal e dei suoi templi Maya, le chiese cattoliche spoglie dove gli indigeni celebrano i loro riti sincretici. Laggiù mi sento sempre un po' più vicino ai miei desideri, come se aprissi una porta che mi mette in comunicazione con la mia voglia di relazioni e di bellezza, trovo una via che mette in equilibrio le forze - a volte contrastanti- che mi abitano.Domani, via Madrid, andremo a Città del Messico. Da lì, attraverseremo il Chiapas, il Guatemala, il Belize e rispunteremo dall'altra parte, nello Yucatan.Mi sento molto contento e mando a tutti voi un augurio di buona vita.W. (Rovine di Tulum e mare dei Caraibi, Messico)