Writer

URLA


Da "Sguardi"- Ordinarie Patologie Sono entrato lasciando dietro di me la strada rumorosa e vociante. Il portone si č aperto a fatica, opponendo resistenza. Mi ha accolto un odore dolciastro e caldo di estate decomposta. Una busta di plastica per terra. Una busta da spesa. Piccole mani e gambe tagliate, ammassate alla rinfusa. Niente testa, solo pezzi di carne. Salgo le scale borbottando "un'ora di autobus con questo caldo. Ci vuole una buona doccia". **** Urla dalla strada. Mi affaccio al balcone in mutande con una sigaretta in mano. Due persone che si sbracciano, bestemmiano, si colpiscono. Un coltello che squarcia un ventre. Mani a comprimere il fiotto di sangue. Sangue per terra che s'allarga in una pozza scura. "Questo quartiere non č pių come un tempo", penso buttando la sigaretta accanto al corpo esanime. **** Sono nella vasca da bagno. Le ginocchia ripiegate per riuscire a immergere il corpo nell'acqua fresca. Le tapparelle abbassate. Calma. Spingo la testa all'indietro per bagnare i capelli. Mi sfioro il ventre con la mano sinistra. Mi alzo di scatto mentre penso a lei e alle sue gambe aperte. Dal piano di sotto tonfi ed urla acute, continue. Mi tappo le orecchie con le dita. *** Mi butto sul letto e fisso una crepa nella parete. Mi piace guardare il muro screpolato mentre penso alla mia vita. Respiro e mi dico "sono vivo". Ma la fessura risucchia i pensieri come un gorgo meccanico. Adesso le urla risuonano dentro di me. Taglienti e stridule. Non posso cacciarle via. Non ci riesco, neanche se mi copro con le lenzuola e con le coperte e le comprimo intorno alla mia faccia fino a soffocare. *** Mi sveglio alle quattro del mattino. Una voglia intensa di urinare mentre da qualche parte si odono urla soffocate. Inciampo in uno sgabello basso e mi ritrovo per terra, prono. Un dolore acuto alla caviglia. Mi alzo imprecando, mentre un liquido caldo mi bagna le gambe e scorre rapido verso i piedi. Per fortuna che dormo senza pigiama, penso svuotandomi tra il corridoio ed il cesso. *** Sogno persone che gridano forte in lingue incomprensibili. Urlano con tutto il fiato che hanno in gola, il volto distorto dallo sforzo. Madri, bambini, vecchi, giovani ed adulti. Un intero universo di gente strepitante, senza pace, intenta a dar forma alle proprie voci interne. Lo stesso sogno. Tutte le notti. Sempre. Da sempre. *** Mi sveglio alle nove passate. Per un istante il silenzio m'assale come un rumore inconsueto. Un ronzio sordo dentro e fuori di me. M'affaccio alla finestra e non sento nulla. Da sotto neanche un bisbiglio. Dal cortile interno una calma assoluta che si spande come olio. La strada č immobile, vuota. Un grido lacerante mi colpisce come un pugno. Sono io, non mi posso fermare, continuo ad urlare come se mi togliessero la pelle fibra a fibra. Writerhttp://www.writer-racconti.org