Writer

UN GIORNO SU DIECIMILA E CENTO


Una pagina dal mio romanzo. Lima, estate 1979. Consuelo inizia a scrivere su foglio bianco di carta sottile. Lo fa con una grafia tonda e precisa, fermandosi ogni tanto con la penna tra le dita a cercare le parole, poi continua veloce, come se avesse trovato l'ispirazione e i pensieri sgorgassero fluidi, trascinati uno dall'altro. "Amore mio, sono tornata a Lima con una sensazione divisa. Sono stata così bene con te, che sull'autobus che mi riportava a casa ho pianto come un'adolescente che vive la sua prima delusione amorosa. Certo, qui le cose da fare non mancano, ho presentato domanda per un incarico da assistente alla facoltà e ho buone speranze di entrare tra qualche mese, all'inizio del prossimo semestre accademico. Però, ripensando alle due settimane trascorse insieme, mi sono sentita invadere da emozioni che mi hanno scossa nel profondo. Ricordo le tue labbra che si dissetavano tra le mie gambe e quel desiderio di stare insieme, di fare insieme, di vedere le cose con uno sguardo condiviso. Sai, non è tanto il sesso che mi lega a te, quello è una conseguenza, mi piace quella febbre che ti porti addosso e che ti obbliga a cercare, a muoverti, a inseguire un sogno personale che forse nemmeno tu conosci in pieno, quella tua aria trasandata che ti rende simile ad un viaggiatore che si sposta di continuo, interessato al percorso più che alla meta, la furia con cui mi prendi e mi fai capire che ti piaccio, ti sono necessaria. Ma più di tutto mi piace la tua impazienza, vizio che non ho mai sopportato prima negli uomini, il tuo vivere ogni attimo come se fosse l' ultimo istante della tua esistenza. Penso a te e trovo la mia città vuota, anche se brulica di gente. Non ho mai scritto prima una lettera d'amore, quando ne ricevevo una diffidavo delle dichiarazioni appassionate, delle parole di circostanza, di quei grumi zuccherosi che si usano per celare i sentimenti veri. Forse perché io, che ne ero la destinataria, non provavo le stesse emozioni, ma più probabilmente perché le parole convenzionali nascondono passioni insincere e non volevo, a nessun costo, essere oggetto di un mezzo amore, di slanci dell'anima provocati solo dalla vicinanza dei corpi. Ti ricordi quando siamo andati al tramonto in cima alla collina che domina il villaggio ed il lago? Siamo rimasti assorti a guardare quei colori che, prima di svanire, s'accendevano in fulgori rossi, arancioni e viola. Tu mi stringevi ed io mi abbandonavo contro di te, avrei voluto che quel momento si protraesse all'infinito, che non finisse, che fosse la materia del legame che ci tiene insieme. Quella sera mi sono sentita tua come non mi era mai successo, ne ho avuto paura, ho riso della ma paura, mi sono chiesta perché ridessi. Proprio in quel momento tu mi hai detto "Scendiamo, inizia a far freddo" e ci siamo incamminati verso il paese, con un senso di pienezza che non aveva bisogno di parole. Sono felice di sapere che, fra quindici giorni, sarai qui per un primo bilancio della tua attività. Ti aspetto impaziente e ti mando un bacio forte". Consuelo rilegge ciò che ha scritto, si sente più tranquilla, come se le parole depositate nella lettera avessero colmato il senso di mancanza che avverte forte e netto. Piega il foglio in due, lo inserisce in una busta decorata con disegni di rose. Si alza dalla sedia, si affaccia alla finestra e getta uno sguardo sulla città insensata e brulicante. Writer http://www.writer-racconti.org/