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La nave traccia una scia bianca nell’acqua, simile ad un segno di riconoscimento.S’allontana dal porto di Sidney, dal suo skyline, dalle foreste che lambiscono il centro della città. Se ne va, torna indietro verso la sua destinazione, la remota Brighton, ventuno giorni di navigazione, portando con sé i suoi duemila passeggeri e trecentocinquanta membri dell’equipaggio.Il mare è  calmo, appena increspato. Un gruppo di delfini intreccia una danza allegra, come se accompagnasse una sposa al matrimonio.DeleteOggi ho visto la morte. Nelle sembianze di una pinna triangolare che muoveva cerchi  concentrici intorno a noi. Il mare si è popolato di  cercavamo una linea di difesa che ci permettesse  di prolungare l’agonia. Alcuni di noi sono riusciti a mettere insieme alcuni frammenti sparsi su cui galleggiamo da due giorni e da lì vedono tronchi umani senza gambe galleggiare come tappi di sughero, portati a spasso dolcemente dal gioco delle correnti.presenze voraci e pazienti, mentre  Delete Mark aprì la porta della cabina e riconobbe quella fragranza di gelsomino. Entrò  i cuscini di raso  rosso, le sedie stile impero, lo specchio ovale sopra il tavolino rettangolare. Si accese una sigaretta. “Tutto è perfetto”, mormorò  mentre  aspettava di sentire i suoi passi leggeri avvicinarsi nel corridoio.con calma, chiuse la porta, si sedette sulla poltrona di cuoio brunito. Lasciò che il suo sguardo accarezzasse il letto con la trapunta leggera, i fiori disposti nei vasi, i libri di Faulkner,  Delete  Via da qui, via. Senza ripensamenti, senza nostalgia. Solo la gioia feroce di nuovi orizzonti, di nuovi cieli tersi. Basta con questa morte travestita da vita, con i rituali del tè alle cinque del pomeriggio, con il pub d’angolo due sere alla settimana,con la nebbia stagnante che disegna pozze di umidità nella brughiera, con l’estati passate nella desolazione di  Anglesey, dove il verde uniforme annulla la percezione dei colori. Via da questo inferno. Delete E’ curioso vedere un transatlantico affondare ed inabissarsi. E’ come una casa inghiottita dalla terra,  di cui rimangano solo le antenne satellitari e porzioni del tetto.E il mare non è un sudario liquido, ma un‘estensione di indifferenza  che ospita frammenti eterogenei, detriti, presenze umane troppo stanche per disegnare una coreografia apprezzabile. Neanche le urla riescono a rendere la scena dinamica. Sono brevi, intermittenti, si perdono in una parte troppo grande di superficie terrestre, simili a increspature del silenzio. DeleteWriterhttp://www.writer-racconti.org/