Writer

Agosto


Dedicato all'estate (quelle trascorse e quella in arrivo)
Mi piace questo agosto torrido e appiccicoso che fa sudare anche se rimani immobile, che svuota la città rendendola simile a un quadro di De Chirico e  proietta ombre bollenti dai porticati e dai tetti delle case. Il pensiero mi sorprende mentre salgo su un tram, mi siedo su uno dei tanti sedili liberi sbirciando la città da uno dei finestrini e avverto una macchia di sudore che si allarga sul petto.Mi piacciono le ore pomeridiane, quando il sole ti sferza, quasi guardandoti in faccia e ne avverti il calore diretto, non mediato dall'oscurità o dal crepuscolo.  La notte invece porta con sé  il peso della calura e fa trasudare dalle pietre e dall'asfalto grumi di afa che sembrano penetrare  nelle ruote delle vetture, nei piedi e nelle gambe dei passanti, rendendo molle il passo ed incerta l'andatura. Ma adesso sono solo le tre del pomeriggio e accolgo ogni refolo di brezza, ogni movimento dell'aria come una promessa di frescura  che il declinare del giorno renderà illusoria e debole.Propriano, il golfo di Valinco e il suo mare tiepido. La ricerca dell'ombra sotto pini marittimi, lo sguardo che vaga dalla costa ai rilievi  montuosi, le sigarette che bruciano torpide, il corpo che si screpola di sale e che cerca una posizione comoda comprimendo sabbia e foglie, rametti e ciotoli. Quel tramonto così diverso  che si placa in  contemplazioni assorte, tra un bicchiere di birra  e l'attesa di una doccia tiepida che si conclude con un getto gelato. Quel benessere che ti prende quando sali in macchina, dopo sei ore di spiaggia e di mare, spalanchi i finestrini e vieni colpito dall'aria che entra  e  che ti accarezza sul petto, sullo stomaco, sulle braccia, mentre i piedi nudi, ancora insabbiati, cercano il contatto con il tappetino del sedile e le gambe formicolano di stanchezza e  di sole. Un goccio di acqua e poi via, verso la strada che segue il contorno dei promontori o se ne allontana per attraversare una campagna fertile e verdeggiante. La voglia di bere, di ingerire liquidi diversi. Non è sete, arsura. E' desiderio di creare il mare dentro di sé, di lavare il corpo dall'interno, di purificarlo con il fuoco e con l'acqua. Il succo d'arancia con particelle di polpa, la birra corsa alla castagna, l'acqua minerale salata come fosse acqua marina, il nettare di ananas che richiama altre latitudini, il vino bianco che accompagna le cene ed i piatti di pesce e verdure, l'acquavite grezza  che esplode nel palato. Più a sud, il mirto aromatico e un liquore di limone cremoso e denso. C'è un nesso tra la terra e le bevande, mi sembra di conoscere i luoghi attraverso il sapore dei loro liquidi.Il tram gira verso la grande piazza che appare percorsa da presenze casuali. Un ragazzo gesticola come  un attore di teatro parlando al telefonino, un giovane cammina deciso al sole quasi volesse sfidare la calura con la volontà  e la determinazione, un gruppo di ragazzi rimane all'ombra schiacciato dalla temperatura. 36 gradi, il display del termometro indica le 15 e 13, un breve sosta, 37 gradi. Imbocchiamo via Po, attendo di vedere il fiume ridotto ad un ammasso di pietre affioranti  e rivoli d'acqua che ne delimitano le estremità, mentre la parte centrale sembra una discarica di rifiuti ed animali indecifrabili che corrono e nuotano in un pantano.Villanova Monteleone, la percezione dell'infinito. Un'estensione di terra sterminata da ogni possibile punto di osservazione, montagne, mesete e querce da sughero che sembrano non finire, a 360 gradi. La costruzione color albicocca nel centro della valle. La sensazioni di trovarsi in un angolo di America trapiantato nell'entroterra sassarese. La parlata aspra e franca, l'ospitalità  di persone che hanno piacere di accoglierti, di parlare con te. Lo sguardo incredulo di mio figlio nello scrutare tutta quella distesa di bellezza. I cavalli, le pecore, i rilievi ondulati, i girasoli, il patio, la sensazione di essere arrivati nel luogo "giusto", un luogo che si rivela,  svela desideri non detti che affiorano nel momento di incontrarlo. Una cucina magnifica, dai sapori forti ed insieme dolci, sfumati e taglienti. Le serate trascorse ad inseguire frammenti di passato, a godere della brezza,  a  bere acquavite violenta o mirto fresco ed odoroso, la contemplazione del cielo, di quei segni misteriosi che punteggiano la volta celeste. Lo scogliera altissima che termina in una roccia piatta cosparsa di ricci e telline e lambita dal mare, dentro cui ci si tuffava con il piacere erotico di essere accolti in un utero fresco. Gli spostamenti in automobile alla ricerca di calette   e spiagge ombrose o di paesi  sconosciuti, terre di cavalieri acrobatici, campi di grano e silenzio. La sensazione rassicurante dei giorni che passano ad inseguire nuovi modi di  gioire, il dispiacere del ritorno su un traghetto con l'aria condizionata troppo forte.Scendo dal tram e sono avvolto da un 'ondata rovente. M'incammino verso il lavoro e penso che Agosto è un bel mese per conservare i ricordi.Writerhttp://www.writer-racconti.org/