Writer

La caduta del muro


Pochi chilometri più in la è caduto il primo blocco. La gente è ancora incredula, ma comincia a capire che sta succedendo qualcosa di inconcepibile. Persino i più piccoli, bambini di otto  o nove  anni, partecipano all'abbattimento.  Migliaia di persone che stazionano sulla cima del muro, vi saltano sopra, abbattono il simbolo concreto della divisione, della barriera che divide in due la città da quasi trent’anni. Ci si abbraccia per strada tra sconosciuti e nessuno si  controlla le tasche per timore di essere derubato. Non è una sera in cui si possa perdere qualcosa…-         Marco, dai,  perché non lo  facciamo?-         Uff, Eugenia, ti rendi conto di ciò che significa? Mettere al mondo un figlio in un mondo come questo?-         Cosa c’è che non va nel mondo attuale? La gente fa figli tutti i giorni.-         Poco lavoro, catastrofe ambientale, crisi di valori. Dovremo  svegliarci la notte ogni tre ore, non uscire più di casa. Che pianeta gli lasciamo?  E poi viviamo in un appartamento di quaranta metri quadri…-         Ma sono scuse, sono otto anni che inventi sempre qualcosa! Di’ che hai paura, fai prima.-         Non ho paura, lo sai bene, però non mi sento pronto.                          Periodo di grandi, incredibili cambiamenti. I giornali e le televisioni rimandano immagini impensabili fino al giorno prima.La Germania Est, il muro che divide in due la città  scalpellato e demolito da un esercito di residenti.Poi, come  in un gioco del domino, come un’onda di piena, si libera Praga, piazza San Venceslao colma di gente, lo sciopero generale.  Budapest, le frontiere aperte, la divisione dei poteri. Varsavia,  Solidarnosc vince le  prime elezioni libere con una maggioranza schiacciante. Poco dopo,   Bucarest. Il parlamento in fiamme,  il tiranno che fugge in elicottero e viene giustiziato in modo sommario. Il "Kudamm", centro di Berlino ovest,  invaso da migliaia di Berlinesi dell'est, un clima da sagra paesana, di euforia contagiosa. Negozi, ristoranti, cinema e discoteche  aperti per tutta la notte. Uno striscione scritto da cittadini dell’est  "Dank den West-Berlinern" - Grazie ai Berlinesi dell'ovest!  La metropolitana strapiena, presa d’assalto.   adesso collega quelle che erano due città, due universi divisi, Un traffico caotico, da vittoria alla coppa del mondo,  bandiere e clacson strombazzantiGli inviati dei TG  che parlano concitati, consapevoli di essere testimoni di un evento epocale, mentre una folla di popolo transita  incredula e festante da una parte all’altra di Berlino. Ed Eugenia, con quel mezzo sorriso…-       Appassionante, non trovi? Un pezzo di storia che cambia-   Appassionante,  sì. Ti ricordi quando abbiamo fatto l’amore sul divano qualche settimana fa?  -   Certo, e allora?-   Ero nel pieno dell’ovulazione  -   Ah, bene. Qué onda ?-   Non so ancoraPassano un paio di settimane. Mi divido tra la stesura di un rapporto di ricerca e la consultazione disordinata dei telegiornali e di Televideo, cercando di mettere freno a una paura ignota che lotta per manifestarsi.  Havel, Walesa, Dubcek riabilitato dopo venti anni di morte civile,   folle che si raccolgono in piazze occupate anni prima dai carri armati. I partiti al potere da quarant’anni cadono come brilli, uno dietro l’altro. Titoli di giornali a nove colonne,  analisi, dibattiti, fiumi di parole per descrivere la caduta della cortina di ferro. Effetto Gorbaciov o disgregazione di un impero?Fa di nuovo freddo. Piove. Torino nella sua quintessenza più genuina.Fu un mattino che Eugenia estrasse di tasca  un oggetto piatto con un piccola incavatura rotonda sulla sua superficie. Lo guardò con occhi brillanti,  poi mi mostrò una nitida croce che campeggiava nel centro. -      Che bello, bonita – dissi con voce tremante, mentre appoggiavo una mano sulla sua spalla, quasi a volermi sostenere -  Sono incinta! - fece lei  allargando le braccia come se intendesse avvolgere tutto il  mondo.WriterIl mio sito