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Il triangolo nero


Alcuni bloggers scrittori  -che intervengono in buona parte su "Nazione Indiana" (Gianni Biondillo, Helena Janeczek, Antonio Scurati)-  e su spazi web di narrativa online (Loredana Lipperini, Wu Ming, tra altri) hanno pubblicato oggi un appello-petizione  contro la violenza su rom, rumeni e donne. E' un manifesto appassionato e animato da passione civile. Su alcuni punti sono totalmente d'accordo, su altri (i dati che occultano l'aumento della criminalità tra gli immigrati) meno. Ritengo che l'aumento di reati commessi dai cittadini immigrati sia un problema reale, ma credo anche che non si possa reagire a questo fenomeno con espulsioni indiscriminate, abbattimento di campi rom, criminalizzazione di interi popoli e  squadracce fasciste impegnate nella caccia all'uomo.Riporto l'inizio  e la fine dell'appello:"La storia recente di questo paese e’ un susseguirsi di campagne d’allarme, sempre piu’ ravvicinate e avvolte di frastuono. Le campane suonano a martello, le parole dei demagoghi appiccano incendi, una nazione coi nervi a fior di pelle risponde a ogni stimolo creando “emergenze” e additando capri espiatori. Una donna e’ stata violentata e uccisa a Roma. L’omicida e’ sicuramente un uomo, forse un rumeno. Rumena e’ la donna che, sdraiandosi in strada per fermare un autobus che non rallentava, ha cercato di salvare quella vita. L’odioso crimine scuote l’Italia, il gesto di altruismo viene rimosso. Il giorno precedente, sempre a Roma, una donna rumena e’ stata violentata e ridotta in fin di vita da un uomo. Due vittime con pari dignita’? No: della seconda non si sa nulla, nulla viene pubblicato sui giornali; della prima si deve sapere che e’ italiana, e che l’assassino non e’ un uomo, ma un rumeno o un rom. Tre giorni dopo, sempre a Roma, squadristi incappucciati attaccano con spranghe e coltelli alcuni rumeni all’uscita di un supermercato, ferendone quattro. Nessun cronista accanto al letto di quei feriti, che rimangono senza nome, senza storia, senza umanita’. Delle loro condizioni, nulla e’ piu’ dato sapere. [...]Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Non ci appartengono il silenzio, la rinuncia al diritto di critica, la dismissione dell’intelligenza e della ragione. Delitti individuali non giustificano castighi collettivi. Essere rumeni o rom non e’ una forma di “concorso morale”. Non esistono razze, men che meno razze colpevoli o innocenti. Nessun popolo e’ illegale."Chi volesse firmare la petizione può farlo qui Writer