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All'ombra di un confessionale


Pubblico un raccontino ambientato in un confessionale... mi verrebbe voglia di invitare altri blogger scrittori a misurarsi con il tema dell'erotismo e dell'ironia, ma non faccio inviti formali. Chi volesse aderire e scrivere un testo sul sesso visto da una prospettiva ironica, è benvenuto.
Quali peccati ho commesso? Non so bene, Don Calogero, da diversi anni non ho un rapporto sessuale degno di questo nome.  All'inizio ero impaurito e vergognato e ho pensato al peggio. Poi, poco  per volta, mi sono abituato alla mia scomoda condizione e ho imparato a  tollerarla, anzi a trarne profitto, se si può parlare di profitto nell'essere quasi impotente.   Ho scoperto una smagliatura nella rete che m'opprime. Mi eccita essere  dominato, subire punizioni. Niente fruste, corsetti, stivali neri o paccottiglia sadomaso. Mi piace  interpretare il ruolo femminile - quello che gli uomini  rappresentano  come ruolo femminile- con donne  che giocano una parte maschile. Non ho intenzione di trasformare queste confessioni che le sto facendo,  Don Calogero, in un racconto spinto. Permetta solo che le dica  che inginocchiarmi ai piedi delle mie donne  mi procura un brivido delizioso e che, per questa via, riesco a  recuperare un briciolo di virilità, un accenno di reazione. Vuole che sia più esplicito? Altrimenti non mi da' l' assoluzione? Va  bene, anche se così mi rende tutto più difficile. Le dirò dunque- anche  se  m'imbarazza profondamente rivelarglielo- che a volte, prostrato ai  piedi delle  ragazze e mentre m'accingo a tuffare la mia testa nel loro  sesso,  desidero che abbiano un grosso pene  e che me lo caccino in gola  fino quasi a soffocarmi. Solo l'idea che mi obblighino a questo, mi  provoca un'istantanea erezione e, dopo qualche secondo, un’eiaculazione  a cui segue un abbandono depressivo e sensi di colpa violenti. Anche la penetrazione anale praticata mediante dita o falli di cuoio mi  eccita all'inverosimile, purché venga accompagnata da parole scurrili e  in un contesto di sottomissione. Ricordo una volta in cui Ada (mi sembra  si chiamasse così) perse il controllo della situazione. Mi legò al  letto, in posizione prona ed iniziò penetrarmi con furia, incurante dei  miei gemiti di piacere che si trasformavano in richieste di soccorso e in urla terrorizzate. Dovettero portarmi in ospedale e passai una serata veramente spiacevole, mentre i medici faticavano a mantenere un  contegno corretto e gli infermieri si davano di gomito e udivo  echeggiare le loro risate volgari. Le dicevo che sono diversi anni che non ho un vero rapporto sessuale, ma  non è esattamente così. Ho conosciuto sei mesi fa una ragazza che ha  fatto vacillare la mia costruzione. Ha diciotto  anni ancora da compiere e una malizia  che solo un'adolescente può intuire. Sono quasi riuscito a  possederla, ma era vergine e il mio sesso si è infranto contro quella barriera che  non sono stato capace di valicare. Ci guardavamo con sorrisi teneri,  giocosi e la sua apparente ingenuità esercitava su di me  un richiamo  forte e pulito, una vera mera...Cosa dice, don Calogero? Vuole che vada via? Perché s'adira, non si  alteri, per cortesia. No, non sono un pedofilo, un adescatore  pervertito. Perché urla così? Attirerà l'attenzione della gente, la  prego.       Writer