Writer

Passato e presente


Accolgo un invito che mi è stato fatto da lafatadelmare a pubblicare un testo sul razzismo e sulle dichiarazioni deliranti di un amministratore leghista.
Luglio 1943. Mio padre si trasferisce a Pola, nell’allora Istria italiana,  per iniziare un corso per allievi ufficiali della marina. E’ giovane, ha 19 anni e magari vive questa situazione come un’occasione per fare nuove conoscenze, vivere esperienze diverse da quelle della sua città natale. C’ è la guerra e l’avvenire appare  fosco e incerto.  Settembre 1943. L’Italia firma l’armistizio con le potenze alleate e diventa automaticamente nemico della Germania nazista, con cui  fino al giorno prima conduceva una battaglia che sta scivolando verso la sconfitta.  I tedeschi massacrano gli italiani un po’ ovunque: a Cefalonia vengono uccisi più di 5.000 soldati italiani  rimasti senza ordini e catena di comando. In Istria, gli allievi ufficiali vengono presi senza colpo ferire, messi su vagoni piombati e deportati nei campi di concentramento. I prigionieri si ritrovano a lavorare in miniera per 14 o 15 ore al giorno nell’area della Ruhr, non lontano dal confine con il Belgio e L’Olanda. Muoiono a centinaia, a migliaia, di stenti, di fatica, di fame, di bombardamenti sganciati da aerei che sono diventati “amici”, ma che non riescono a discriminare con precisione tra truppe naziste e prigionieri di guerra. Gli ebrei vengono sterminati a milioni in campi dove le camere a gas funzionano a pieno regime, i soldati russi vengono trattati come numeri da depennare con un tratto di  matita. Ma anche gli Italiani cadono come mosche, provati dalle condizioni di vita, dalla durezza del lavoro e dall’alimentazione insufficiente. 1945. Gli alleati entrano nel territorio tedesco, i kapò abbandonano il campo, i superstiti attraversano a nuoto il Reno in una gelida mattina di Aprile, camminano per decine di chilometri fino a incontrare le avanguardie dell’esercito inglese e americano che li prendono in consegna e gli permettono di rientrare a casa. Mi è venuto in mente tutto questo quando un vicesindaco leghista ha affermato che con gli immigrati occorre usare gli stessi metodi delle SS,  colpirne dieci per ogni reato commesso. Le SS lo hanno fatto abitualmente. A Marzabotto, alle fosse Ardeatine  (per citare solo due tra le stragi più eclatanti) centinaia di civili -donne, uomini, vecchi, bambini- sono stati presi indiscriminatamente, concentrati, messi davanti a un muro e massacrati a colpi di fucile e di mitragliatrice.Ma c’è di più: apprendo che nel bergamasco altri 42 comuni ad amministrazione leghista hanno firmato in contemporanea alle 12 di ieri una circolare per vietare le nozze tra un cittadino italiano e un extracomunitario sprovvisto di permesso di soggiorno.Ritengo che l’illegalità vada combattuta ovunque e che chi delinque -italiano o straniero che sia- vada perseguito. Ma i rigurgiti di razzismo che  attraversano il nostro paese sono intollerabili, soprattutto quando tendono a dimenticare il nostro passato recente ed evocano fantasmi che speravamo di aver consegnato alla storia per sempre.  Writer