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Farfalla notturna (seconda e ultima parte)


SEI "Andiamo". "Dove?". "A fare un giro". "Non è un po' tardi ?" "Perché, hai da fare domani?""No, domani è Sabato, ma non ho tanta voglia di camminare in città alle due del mattino"."Chi t'ha detto che faremo una passeggiata?" "Ma, l'hai detto tu". "No, andiamo in stazione. E' qui a due passi." "In stazione?". "Marco, non ci senti ? Certo, abbiamo un treno da prendere". SETTE Vagoni. Abbandonati su un binario morto. Qualche presenza discreta che sospira e russa negli scompartimenti. Due ragazzi che ridono piano, per non svegliare tossici e barboni, e si raccontano delle storie. Una persona racconta, l'altra ascolta, poi si scambiano le parti. Andrebbero avanti così per ore, tutta la notte, anche se un bagliore metallico annuncia un'alba imminente che colorerà di rosa grigiastro la stazione e le sue bruttezze. Due braccia rotondette intorno ai fianchi di una persona che si muove piano, lentamente, senza rumore, senza fretta, come chi ha preso un ritmo giusto e non vuole perderne il respiro.  OTTO  Quel mattino siamo stati insieme fino alle undici, stanchi morti. Siamo andati al mercato e mi muovevo insieme a te come un automa felice, mentre tu sfioravi gabbie di uccellini e ceramiche da quattro soldi. Eri stanca anche tu, Laura, ma il tuo volto aveva preso un colore rosato che m'incantava. Guardavi le cose di fronte, poi di sbieco, facevi domande strane ai venditori, sembravi incuriosita da ogni cosa, ti muovevi lentamente anche tu, forse appagata. Poi ti sei voltata verso di me e m'hai detto "Vado a casa. Vediamoci domani mattina".   NOVE  Non capiresti. E' meglio una bugia, piuttosto che una verità che non si può comprendere. Ma non posso, non posso proprio. Anche se vado piano, se lascio maturare le cose, mi stanco presto. Se andassi veloce, avrei bruciato la nostra storia in mezz'ora, un altro aborto. Ma anche quando lascio scorrere il tempo senza forzare, posso stare insieme a un uomo per un giorno intero, a volte per una settimana, poi mi stanco e devo trovare un altro con cui riprovare. Altrimenti morirei soffocata dal mio stesso impeto, dalla mia energia. Non è stato brutto, Marco, mi è piaciuto, forse anche troppo. Ma m'annoio in fretta. Già adesso , ripensando alla notte scorsa, rivedo la tua saliva, i tuoi umori, i gemiti come una pietanza andata a male, come qualcosa di passato, morto, annegato nello ieri.Posso vivere solo così, mi spiace. Ma poi, in fondo, che m'importa?  DIECI Laura, dove ti sei cacciata? Dove sei andata a finire? Ti ho telefonato, ti ho cercato al tuo indirizzo, ma non ho trovato nulla, solo una voce di anziana che rispondeva diffidente al citofono. Ho sperato mi chiamassi, sono rimasto tutto il giorno vicino al telefono, fissandolo con apprensione e rabbia.Pensavo di essermi sbagliato nel trascrivere il numero e mi sono sentito un idiota, poi m'è venuto in mente che quel numero me lo avevi dato tu. Anche il "12" non mi ha dato informazioni utili. Sentivo, mentre il tempo passava, che mi stavo allontanando da qualcosa di prezioso, che s'ingigantiva mentre le ore si univano le une alle altre, inutili come morti. Ma dove cazzo sei? Dove sei andata a finire? Mi resta solo il tram, il 35.  UNDICI  E' una splendida giornata, quando Marco esce di casa e gira a destra mettendosi a camminare sul viale. E' in anticipo rispetto al suo orario abituale, cammina lentamente, incurante del sole. Vuole aspettare il tram delle 8 e 14. Arriva alla fermata, attende, finalmente vede il 35 che sferraglia lungo la curva e rallenta per raccogliere le persone in attesa. Marco sale di slancio, si sistema vicino alla macchinetta e guarda dentro.  Dove sei? Dove ti sei cacciata, pensa, non riesce a pensare ad altro. Si volta, va avanti ed indietro, chiede permesso, dà un'occhiata fuori, ma vede solo quei fottuti platani che sembrano prenderlo in giro. Sale un controllore e riesce a obliterare il biglietto per un pelo, scendendo da una porta e risalendo dall'altra come in una comica."Cristo". Un sussulto, una tetta più luminosa di un faro, adesso corre verso una ragazza che tiene la testa voltata ed esibisce solo un profilo, un profilo inconfondibile."Ciao Laura, dove t'eri cacciata?". Qualcuno si volta, infastidito dall'urlo. La ragazza, invece, è tranquilla . Gira il volto con calma e mormora "Dice a me?". Writer