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Un sogno dentro un sogno


Pubblico un breve frammento che appartiene a un racconto lungo, "La fermata". La vicenda di alcune persone accomunate da un autobus misterioso...
Mi trovo in un posto che non conosco, ho una maglietta addosso e  dei pantaloncini corti. Fa freddo, ma non so dove ripararmi. Sto lì ad aspettare,  sento che qualcosa sta per succedere. Infatti, poco dopo arriva Liliana, ma non è proprio lei, o forse sì, ha una faccia strana, da matta, gli occhi enormi e assomiglia  vagamente a mia madre. Mi dice, con  voce autoritaria, “cosa ci fai lì, mezza nuda, su, va a casa!”. Io le rispondo “mamma, non puoi sfinirmi in questo modo, sto attendendo il mio destino”. Dico proprio così e, a quel punto, Liliana scompare e mi ritrovo in una casa piena di gente che beve, parla e balla. Nessuno mi guarda, come se fossi invisibile. Sono  davvero invisibile, me ne accorgo quando passo davanti a uno specchio e non vedo riflessa la mia immagine. Mi spavento e attacco ad urlare “perché mi avete  abbandonato? Datemi un segno della vostra esistenza. Sono io, sono io, sono proprio io ”. Poi non so bene, mi sembra  di vedere volti, paesaggi, un edificio strano con il tetto aguzzo e i comignoli fumanti. Ritorno nel posto di prima, ma adesso so cos’è, lo riconosco. E’ la periferia di Castelnuovo, non lontano dalla zona dei mobilifici. Sto aspettando un autobus, il mio destino. Non so dove mi porterà, ma presagisco che si tratterà di un viaggio lungo e complicato, dall’approdo incerto. Non devo aspettare molto, arriva  di corsa, come se volesse allontanarsi da lì al più presto. Ho quasi paura che non si arresti, “perderei il mio destino”, mi ripeto, mentre tremo, ma non dal freddo. E invece  si ferma, è come se lo vedessi al rallentatore, mentre si avvicina e diventa grande, tanto grande. A quel punto indosso  un vestito da sera, lungo e scollato, che scopre l’attacco dei miei seni. Salgo su quella che sembra essere diventata la scala di un palcoscenico, mentre il guidatore mi rivolge uno smagliante sorriso e mi dice “benvenuta a bordo, si metta comoda”.Writer