Writer

Tibet, la marcia del ritorno


Questo è l'appello del governo tibetano in esilio, che ha indetto la marcia del ritorno in Tibet, ieri, 10 marzo, a partire da Dharamsala, in India. Ne dà notizia Orientalia nel suo blog“La nostra marcia offre a tutti la possibilità di partecipare a uno storico movimento non violento. Con esso vogliamo ottenere la libertà per un paese che, ancora oggi, è tenuto soggiogato. Unitevi a noi. Sosteneteci in qualsiasi modo possiate. Abbiamo bisogno di informare la gente della nostra marcia. Cammineremo per sei mesi. Potete unirvi a noi come sostenitori, per un giorno o anche per una sola ora. Oppure per una settimana o per un mese intero. Abbiamo bisogno di volontari, di gente che lavori nei media, di scrittori, fotografi, bloggers. Abbiamo bisogno di infermieri, cuochi, tecnici. E abbiamo bisogno soprattutto delle vostre preghiere”.I partecipanti sperano di poter raggiungere il confine del Tibet alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino dell’agosto 2008. Due sono i momenti storici che vogliono ricordare: le prossime Olimpiadi e i 50 anni della rivolta del Tibet del marzo 1959 contro l'occupazione cinese.Oltre 1.000.000 di persone sono morte come diretta conseguenza dell'occupazione e l'annessione del Tibet da parte della Cina nel 1958. Quello che è successo durante la Rivoluzione culturale è stato un vero e proprio genocidio e una sistematica distruzione della cultura. Bambini tibetani tolti alle famiglie d'origine e fatti crescere in famiglie cinesi di provata fede comunista; migliaia di laici, di monaci e monache uccisi o torturati; vecchi costretti a mangiare e vestire secondo la moda dei conquistatori; dei e simboli rimpiazzati con le immagini di Mao e, in seguito, con quelle della Banda dei Quattro.Continua l’afflusso dei coloni cinesi che hanno ormai ridotto i tibetani ad una minoranza all’interno del loro paese, con una presenza di sette milioni e mezzo di coloni han contro sei milioni di tibetani (cfr. italia Tibet.org). E' stata ed è tuttora una vera e propria operazione di pulizia etnica. Circa i 2/3 dei monasteri sono stati distrutti (il Tibet era un paese teocratico di cultura buddhista), insieme a libri, manoscritti e guide, le opere d'arte sono state trafugate e rivendute o portate in Cina.La situazione dei diritti umani in Tibet è drammatica:il diritto del popolo tibetano alla libertà di parola è sistematicamente violato. Miglialia di tibetani sono tuttora impriogionati, torturati e condannati senza processo. Le condizioni carcerarie sono disumane. Le donne tibetane sono costrette a subire involontariamente la sterilizzazione e l'aborto. I tibetani sono perseguitati per il loro credo religioso. Monaci e monache sono costretti a sottostare a sessioni di rieducazione patriottica, a denunciare il Dalai Lama e a dichiarare obbedienza al Partito comunista. Appoggiamo la marcia del ritorno in Tibet! Questo blog cammina con loro.Aggiornamento importante (da Repubblica):A Lhasa (capitale del Tibet) , i monaci sono scesi in piazza e la polizia spara contro i manifestanti. ""C'è fumo dappertutto e si sentono colpi d'arma da fuoco" ha detto un residente che parlava dalle vicinanze del Jokhang, un grande tempio nel centro della capitale" Alcune auto della polizia sono state date alle fiamme. Si tratta della proteste più  imponenti degli ultimi 20 anni. Sosteniamo la resistenza tibetana!Writer.