Writer

Chacahua


Tratto da "Sguardi", Claudio Martini, Il Raggio Verde Edizioni.                                               UNOSono solo e guardo la spiaggia. Si estende come una lunga lingua di terra che racchiude un seno di donna. Un’onda frastagliata avanza,  si gonfia e  si disfa  in spume bianco latte. Guardo con una punta d’apprensione la curva dell’insenatura, temendo di veder apparire mezzi meccanici che la divorino. Nulla, neanche un cavallo, nemmeno un punto solitario. Fisso il mare e penso che, per trovare terra ferma, occorre arrivare fino in Cina. Un silenzio denso riveste la scena, io che guardo l’oceano e l’oceano che scruta se stesso. DUEArriva Juan e mi porge un toque. Fumiamo in silenzio. Adesso il mare è sullo sfondo ed il suo rumore sembra sordo e soffocato. Ci guardiamo con  complicità viva. Diciotto anni di assenza, i segni dell’età sul volto di entrambi. Un granchio s’avvicina e fugge, inseguito da risate fatte di nulla. “Vuoi vedere la laguna di notte?”mi domanda nel suo spagnolo senza consonanti.“Me encantarìa, mi amigo”  rispondo.TRES’avvicina  una donna giovane, dai fianchi tondi e le cosce tornite. Il suo volto, bello ed altero, mi colpisce come una sensazione di angoscia. Si siede vicino e sospira di piacere. Aspira anche lei una boccata di fumo, si guarda il petto compiaciuta. L’equilibrio è spezzato. Introduce una nota dissonante nel gioco degli sguardi e nel movimento delle teste rivolte verso la distesa verdeazzurra.“Dipingo- ci dice -, mio padre è catalano”. Juan guarda altrove.  QUATTRO Un giovane si alza dall’amaca su cui era buttato da ore e si siede accanto a noi. “Di dove sei?”- gli chiedo- “Di Bologna, sono venuto qui direttamente e mi sono ritrovato in questo splendore” .Adesso siamo in quattro a guardare il sipario composito d’acqua e, magia dei numeri, l’armonia è ristabilita. La ragazza guarda il giovane con interesse impertinente. Mi scopro anziano, ma il mare lo è di più CINQUE Irrompe un ubriaco e vuole da bere. Si regge a malapena in piedi. Farfuglia parole per non cadere a braccia larghe sulla sabbia. Chiede in continuazione i nostri nomi e li confonde con ostinata persistenza. Gli offro una birra per levarmelo dai piedi. Ringrazia, quasi ci abbraccia e ci travolge di sillabe sconosciute. SEI “Lui è Marco, il mio amico”. Ormai siamo in circolo ed il sole declina. Un rosa pallido increspa la superficie della laguna e trasforma le palme in uccelli di carta sfolgoranti e posticci. Poche parole, un russare greve che si trasforma in fischio, quasi fosse una pentola di fagioli borbottante. Nessuno si alza, anzi  ci accostiamo sulla spiaggia grigia e materna come in attesa di un evento. SETTE Giunge Jorge con una fascina di legna. La dispone con cura ed accende un fuoco, mentre l’arancione del cielo declina in un blu violaceo notturno. Rimaniamo a guardare i bagliori  mobili, mentre il mare è inghiottito da un’onda di tenebra. Tra poco l’Orsa maggiore, L’Orsa minore e la trapunta di stelle abiteranno il cielo  con  forza luminosa. Cerchiamo di riconoscere le costellazioni che, simili a forme geometriche sconosciute, s’accendono le une dietro le altre. “Facciamo un‘altra canna?”,  sussurra qualcuno alla mia destra.ALTRI Altre persone si sono aggiunte ed il cerchio s’allarga. Qualcuno dorme a braccia conserte, qualcun altro si è allontanato ed è riapparso con bottiglie di birra. La ragazza è scomparsa e mi sorprendo a frugare il buio con lo sguardo alla ricerca di corpi abbracciati o di respiri profondi. Ricerca vana. Come i desideri che si agitano nella notte tropicale. Writerhttp://www.writer-racconti.org/