Writer

Praecox


Un ringraziamento sincero ad Antonella Pizzo del  blog "Via delle belle donne" e a Virginia (Vi_Di) che hanno pubblicato due belle recensioni del mio romanzo.Pubblico un testo dedicato a chi crede di essersi fatto da sé e  pensa di non dovere niente a nessuno... :-) 
Sono rapido in tutto. Nel pensare, nell’agire, nel mangiare, sul lavoro. Mi descrivono come una persona  brillante, arguta, socievole, dinamica, estroversa. Ho anche una buona posizione sociale, un discreto stipendio, un incarico dirigenziale nel campo delle pubbliche relazioni che mi calza a pennello,  una bella moglie alta e slanciata, una casa in città e un’altra in montagna e due vetture rigorosamente  catalizzate, un’utilitaria e un’automobile di rappresentanza, di cui vado fiero.Mi sono fatto da me, credo nel merito e nell’intrapresa individuale, ho lavorato sodo per più di vent’anni e non devo niente a nessuno, a eccezione di mio suocero, che mi ha assunto nella sua impresa e ci ha regalato la casa spaziosa in cui viviamo.Vado di fretta, ma non sono una persona frettolosa. Amo ascoltare le persone, capire le loro esigenze, valorizzare le loro capacità nascoste. Mi piace definirmi un talent scout, un cacciatore di teste. Adoro circondarmi di collaboratori competenti che sanno interpretare e, a volte, anticipare le mie richieste.Le donne non sono insensibili al mio fascino. Devo ammettere, senza alcuna falsa modestia, che faccio colpo, non passo inosservato. Me ne accorgo da come s’avvicinano sorridenti, dalle occhiate che scoccano, dai gesti affrettati ed esclamativi che gli sfuggono, dal loro tentativo di solleticare la mia vanità e di rendersi seducenti.Sono consapevole che ciò, in parte, è dovuto a mio ruolo di superiore diretto e non mi lascio irretire più di tanto. Se cadessi nella trappola, perderei autorevolezza e prestigio.Eppure, ogni tanto, mi concedo un’avventura, nel significato proprio del termine. Non un’evasione, ma una vicenda insolita, straordinaria, emozionante.  Nel sesso mi comporto come un archeologo. Scavo, cerco di rintracciare vestigia, emozioni sotterranee, reperti dimenticati dal tempo.Sono un asso nei preliminari. La mia partner è accasciata sul divano o sul letto, leggo chiaramente il suo messaggio, la sua richiesta, muta o gridata, ma io indugio,  le bacio  un capezzolo, striscio con la mano sulla schiena, titillo senza fretta – ah, in quei momenti dimentico la mia velocità- il clitoride, passo la lingua nell’interno delle cosce fino a farla gemere in modo ininterrotto e rauco, mentre risalgo fino alla sorgente del suo piacere, mi stacco un poco, la guardo, riprendo la danza con rinnovata lentezza, inventando nuove varianti, nuovi percorsi erotici, rinnovando il repertorio di carezze, di eccitazioni, di sfumature.Mi faccio toccare poco. Anche in questo campo mi piace dare più che ricevere, essere ringraziato da uno sguardo ammirato piuttosto che dover inseguire l’altro con un’espressione implorante. Quando la mia amante- una delle diverse amanti che ho avuto, non ricordo neanche bene il numero con precisione-  mi urla frasi  sconnesse e ultimative, solo allora la penetro con un movimento forte e deciso, issandomi sul suo corpo proteso, allargato come un corpo innamorato, come una fonte che riceve un getto invece di  lanciarlo. Mi sento, in quegli istanti, perfettamente in pace con me stesso, all’altezza del compito che mi è stato assegnato, messaggero di un piacere che posso erogare con dovizia e generosità. Ma a quel punto, chissà perché, vengo subito rovinosamente.Writer