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Mirafiori, 1969


Memorie (rielaborate) di un passato lontano...
Dove sarà il “116”? Più avanti, va più avanti, fino all’incrocio con via Pio Settimo. È la casa d’angolo. Hai visto quella cascina in demolizione? Avrà forse 80 anni, che roba. Qui diventerà un polo d’espansione importante, non vedi come stanno costruendo? E tra vent’anni con  le rate mensili del mutuo, potrai comprarti un pacchetto di sigarette. Siamo arrivati, scendiamo. E’ un appartamento grande, no? Cinque stanze, due bagni e una cucina abitabile. Da un lato si vedono le colline, dall’altro lo stabilimento di Mirafiori. Nelle giornate luminose, dietro la Fiat sbucano le Alpi, quasi una rappresentazione  delle risorse del Piemonte. Qui bisogna abbattere un muro, se vogliamo avere il living più grande. Giorgio, fa attenzione,che diavolo. Non metterti a saltare nell’ingresso, con le scarpe sporche. Non riduciamo la casa a un porcile prima ancora di abitarla.Hai visto che balconi? Danno il giro alla casa, saranno più di venti  metri  totali. Vieni, affacciati. Non è male, oggi c’è persino il sole, anche se è autunno inoltrato. E’ tiepido, quasi caldo. E laggiù che c’è?Questo rumore di tamburi e di fischietti da dove viene? Perché tanta polizia? Ehi, guarda un corteo.Ma sono tanti. Sono i consigli di fabbrica. Lingotto, Rivalta, Settimo, quelli della Lancia, le presse, la carrozzeria, tutto il sindacato della Fiom al completo, gli studenti di Palazzo Nuovo, Lotta continua. Buoni quelli, quando c’è da fare casino ci sono sempre. Cristo santo, che botto! Ma che cazzo fanno? Tirano le molotov contro la polizia? Questi sono pazzi, a duecento metri da casa nostra. Meno male che abbiamo parcheggiato nel garage. Ferma, non ti muovere. Aspetta un attimo. Chiudi le finestre, non si sa mai, se no entra tutto il fumo.Ehi, ma stanno mettendo le auto di traverso, per formare una barricata. Bruciano i copertoni, qui finisce male. Metti i bambini in cucina che è più protetto.Digli che non è niente, che è solo un gioco, tranquillizzali. Come? Io vi rendo nervosi? Ma sei scema? Il casino là fuori l’ho provocato io? Stai lontana dai vetri, per la miseria. Ho visto andare in frantumi  il vetro del portone dall’altro lato della strada. Se un candelotto arriva dentro casa, qui scoppia l’inferno. “PO-TE-RE  O-PE-RA-IO”. Sì, col cavolo. Quelli che urlano non sono operai, ma studenti e provocatori. “SCU-DO CRO-CIA-TO, FA-SCIS-MO DI STA-TO”. Mi stanno sul cazzo i  D.C., ma perché trasformare Corso Traiano in una bolgia fumante? Cosa sperano di ottenere, se non manganellate e prigione? Certo che sono tanti, tutto il corso è peno. Ma anche i poliziotti sono una marea. Questi sono colpi da arma da fuoco, porca puttana. Buttati a terra, che siamo solo al secondo piano.  Se usciamo intatti da qui, dovrò  telefonare al geometra per farci restituire la caparra.   Writer