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Consigli di lettura...


Qualche indicazione per chi sta per partire per le ferie o s'accinge a godersi le città nel loro periodo migliore: alcuni libri che ho letto recentemente e che mi sono piaciuti.Le brevi recensioni sono tratte dalla mia libreria su Anobii
Norwegian Wood è un libro magnifico. Il primo libro di Murakami, scrittore giapponese di Kobe (mi pare) che leggo. Se volessimo descriverlo in modo sintetico e forse riduttivo, potremmo dire che è un  romanzo di formazione e insieme una bella e anticonvenzionale storia d'amore. Sembra che l'autore intinga la sua penna in una miscela di sostanze leggere, aeree e musicali. Mi venivano in mente, leggendo, quegli spazi aperti e curati definiti con qualche approssimazione "giardini zen". Eppure la vicenda narrata non è leggera, la rievocazione del periodo dell'università a Tokio nel biennio 68-70 non è di maniera o superficiale e l'autore non indietreggia neanche davanti a manifestazioni estreme come il suicidio giovanile o ai disturbi psicotici. Ma l'universo giovanile è narrato con maestria e la narrazione è vivida, si srotola come un tappeto morbido e vegetale, i protagonisti sono "veri" e chi legge segue le loro vicende con partecipazione ed empatia. Magnifico il ritratto delle due ragazze (Midori e Naoko), come anche quello del protagonista maschile, un antieroe dotato di una sua etica e di una sua visione del mondo.
Grande libro, "La strada" di McCarthy, autore americano che vive a El Paso, anche se l'ho iniziato con fortissime aspettative. La vicenda del padre e del figlio che si spostano in un universo devastato da una catastrofe (forse nucleare) e ridotto a un pugno di sopravissuti impegnati in una feroce lotta per l'esistenza è descritta in modo secco e netto, senza concessioni estetizzanti. Allo stesso tempo, il linguaggio dell'autore è colmo di immagini che rimangono impresse, soprattutto quando descrive la natura ridotta ad alberi morti, campagne spettrali coperte da strati di cenere e mare grigio privo di forme di vita. I dialoghi tra padre e figlio, a volte, mi sono parsi troppo ripetitivi, ma credo che l'autore abbia voluto rappresentare il legame che li unisce mediante la reiterazione di alcune sequenze, un linguaggio che appartiene a loro, essenziale come la ricerca di cibo e di sopravvivenza. La narrazione è molto efficace ed è basata su alcuni elementi che costituiscono l'architrave del romanzo: lo spostamento verso sud e verso il mare, il terrore di incontrare bande di predoni, il freddo che taglia la pelle, la fame e la ricerca incessante di cibo, l'affetto tra i due protagonisti che li spinge ad andare avanti ostinatamente, a qualunque costo, per portare il"fuoco". A volte, la scrittura dell'autore  si apre a immagini poetiche, anche se desolate. Come una fiammella che rischiara l'oscurità della notte: "Di giorno il sole esiliato gira intorno alla terra come una madre in lutto  con una lanterna in mano".
Infine, un libro letto un po' di tempo fa, ma veramente di alta qualità, "Le Braci" di Sandor Marai, autore ungherese che, come la Kristof, ha vissuto molti anni all'estero. Questo libro di Marai è costruito in modo straordinario. Ambientato in un castello dei Carpazi ovattato e descritto in modo fiabesco, narra dell'incontro tra due persone che non si vedono da 40 anni. Il dialogo tra i due protagonisti- un tempo amici e poi divisi dall'amore nei confronti della stessa donna- propone un crescendo di tensione degno di un giallo, ma lo scioglimento rimane in qualche modo sospeso, imprigionato tra i ricordi e il presente. Un romanzo scritto in modo magistrale, una narrazione avvincente che sa amalgamare registri diversi tra di loro. Buona lettura.Writer